Siamo nati per raccontarvi una storia. Lo faremo in modo parziale, proponendovi il nostro punto di vista. Nessuno storytelling per intenderci, nessuna strategia di comunicazione persuasiva. Ci sarà una narrazione della società che viviamo tanto schierata quanto trasparente. Tira aria di burrasca e non è di certo questo il tempo della neutralità, dell’indifferenza, del disinteresse, del dubbio, della paura.
Il nome del nostro rotocalco fa riferimento al periodico fondato da Pietro Verri nel 1764, definito da Treccani “una delle più significative espressioni dell’Illuminismo italiano”. Indro Montanelli, nel 1994, quando fu obbligato a lasciare “il Giornale”, avrebbe voluto fondare un settimanale chiamato “Il caffè”. Fu costretto a dirigere “La Voce”, un quotidiano, per dare una casa a tutti i giornalisti che chiedevano di poterlo seguire. L’avventura durò poco più di un anno. Come sempre aveva visto bene Montanelli.
Chi dà vita a questo progetto ha riferimenti culturali differenti ma affini: la formazione liberale, quella cattolico democratica e quella socialista percorrono in questo giornale, così come nella vita politica e sociale del nostro Paese, “convergenze di lungo periodo” su una direttrice di democrazia incompatibile con ogni forma di populismo e qualunquismo.
Crediamo fermamente nell’Europa dei popoli, uniti nella diversità, come recita il motto dell’Unione Europea. E non lasceremo nulla di intentato, faremo tutto ciò che serve ed è nelle nostre possibilità per impedire all’astio e alla rabbia, in Italia e in Europa, di prendere il posto del civile confronto delle idee.
ilcaffeonline vede la luce, forse non del tutto casualmente, nel pieno della più devastante crisi sanitaria, economica, sociale e finanziaria del dopoguerra a livello globale. Mentre scriviamo, l’Europa miope delle nazioni, dei populisti buonisti e strabici, sta provando a soffocare ogni tentativo messo in campo dalle Istituzioni comunitarie di affrontare in modo concorde e solidale una crisi definita simmetrica, destinata cioè a coinvolgere tutti allo stesso tempo.
Il Censis, negli ultimi rapporti, ha dipinto l’Italia come un Paese in cui il blocco della mobilità sociale ha scatenato una spirale di risentimento e odio tale da coinvolgere anche il ceto medio e il ceto benestante, rendendoli sensibili al populismo e al sovranismo. La facilità con la quale prosperano in modo acritico, anche in queste fasce di cittadini, le notizie false prodotte in modo scientifico dalle macchine del rancore per creare paura e caos, ne è evidente e drammatica dimostrazione.
Non si esce da soli da questa crisi, né come italiani né come europei. L’Italia ha perso troppe occasioni per snellire la propria struttura istituzionale e burocratico-amministrativa. L’Europa deve prendere consapevolezza che è questo il tempo per maturare e consolidare il proprio ruolo di potenza globale.
Non esistono soluzioni semplici a problemi complessi, questo è ciò che una classe dirigente responsabile deve saper spiegare a cittadini spaventati e disorientati. Ma la classe dirigente, per riuscire in questo compito, ha bisogno di ritrovare credibilità e affidabilità. La pacata autorevolezza del Presidente della Repubblica, punto di riferimento imprescindibile per tutti gli italiani, ne è plastica testimonianza. Altrimenti finiranno per prevalere i seminatori di odio, nostalgici di uomini soli al comando cui affidare pieni poteri.
In questo contesto sentiamo l’esigenza di mettere in rete una moltitudine di esperienze, persone e relazioni sociali maturate e tessute nel tempo, mescolando leggerezza a responsabilità. Così e per questo nasce ilcaffeonline. Buon vento.