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Conte, la Merkel e noi

Che cosa penso di Giuseppe Conte l’ho scritto più volte. Non serve ripetermi. Dico solo che sta lì anche grazie al mio voto e questo mi pesa non poco. Ma ciò che mi indigna maggiormente è la totale assenza in lui della consapevolezza del suo ruolo, di ciò che comporta sul piano comportamentale, sulle conseguenze di quello che dice e di quello che fa. Tutto da lui viene sacrificato sull’altare della propaganda e della comunicazione.

L’Italia e l’Europa stanno vivendo momenti molto difficili, ma siccome negli USA, in America Latina, in Russia e in Cina gli effetti del virus sono ben maggiori che da noi, abbiamo davanti a noi un’autostrada di opportunità. Abbiamo un’occasione unica per rilanciare il progetto europeo. Ma per fare – e trarne i giusti vantaggi – occorre capire chi siamo, cosa fare, come e con chi farlo. E qui. ..ed è proprio il caso di dirlo. ..”casca l’asino”.

Cinque tra i più grandi giornali del mondo hanno nei giorni scorsi intervistato Angela Merkel. Tra questi La Stampa. In quell’intervista tra tante cose importanti dette (condivisibili o meno sempre tali restano) ha caldeggiato l’uso da parte dell’Italia del MES. Il “nostro” premier – dimostrando secondo i neo sovranisti patrioti, che per altri versi sono ancora sulle barricate post sessantottine, la “schiena dritta”- non ha saputo dire altro che “al bilancio italiano ci pensano lui e Gualtieri”. Ma il problema qual è si chiederà qualcuno?

I neo sovranisti no, ma Conte dovrebbe sapere che i cinque tra i giornali più importanti del mondo non hanno intervistato la Merkel “in quanto” Cancelliera tedesca ma in quanto prossimo Presidente di turno dell’Unione Europea, vale a dire del “Consiglio dei ministri” dell’Unione Europea, cioè di una delle due Camere legislative dell’UE (l’altra è il Parlamento Europeo), di cui lo stesso Conte, con tutti i suoi Ministri, ciascuno per la propria competenza, fa parte.

In una comunità condivisa è naturale che chi la presiede indirizzi le scelte dei “soci”; se il presidente di una qualsiasi società si sente rispondere da un socio a cui propone di utilizzare uno degli strumenti in possesso della società per migliorare i propri affari “fatti c….i tuoi” a) non è un buon modo per vivere la società condivisa b) è lecito attendersi una qualche, quanto meno stizzita, reazione (che la Merkel quale vero leader è non ha avuto).

Conte dimostra, quindi, di non sapere che, oltre ad essere il premier dell’Italia (buon per lui, male per noi….), lui è anche co-legislatore europeo, il che impone diritti e doveri. Il primo dovere è quello di rispettare le Istituzioni di cui si fa parte. Conte non ha replicato stizzito alla Germania ma al prossimo Presidente di turno dell’UE. Al “bar sport” del circo mediatico certe distinzioni sono bazzecole, nelle relazioni europee o internazionali no.

Abbiamo trascorso i primi due mesi della”covidsegregazione” imprecando contro la mancanza di solidarietà europea. Nonostante non siamo il Paese messo peggio in rapporto alla popolazione siamo il maggiore destinatario di aiuti europei. Per Conte & C. “solidarietà” vuol dire “dateci quel che vogliamo e non rompeteci le scatole”. Tra questa UE e il sogno europeo dei Padri fondatori forse ce ne passa, ma nessuno mi venga a dire che il sogno era dare vita a una vacca da mungere “senza se e senza ma”. Per Conte & C. questo dovrebbe essere l’UE, al punto che vagheggia di usare i fondi europei per diminuire l’IVA, tagliare il cuneo fiscale, aumentare i sussidi e questo mentre gli altri hanno bilanci che ci fanno arrossire di vergogna.

Se a tutto ciò aggiungiamo il disprezzo per il nostro Parlamento che non è mai stato chiamato a votare nessun mandato a trattare i provvedimenti in discussione in sede europea, perché lui il “Parlamento lo informa” ma non vuole che voti, abbiamo il quadro di incompetenza e di inaffidabilità di questo Professore chiamato a svolgere un compito più grande di lui. Sulla nostra pelle ovviamente.

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