Un passo avanti e due indietro. Sulle riforme istituzionali, sui fondi del Next Generation EU, sul MES, sulla pandemia, sul rapporto con le opposizioni, sul confronto con le parti sociali, sui servizi di sicurezza. E magari i passi fossero solo in avanti e indietro. In realtà la scombinata tattica dell’esecutivo prevede mosse, a giorni alterni, che vanno in tutte le direzioni, in un disordinato zigzagare che crea sempre maggiore confusione e disorientamento.
Non c’è una sola scelta presa che il governo riesca a mantenere per più di un giorno. E’ sin troppo generoso parlare di decisioni. Bozze diffuse maliziosamente, ipotesi accennate maldestramente, progetti divulgati sommariamente. Il tutto in un ingiustificato delirio di onnipotenza che l’esecutivo farebbe bene a contenere prima di far sbattere il Paese contro il muro delle proprie evidenti incapacità e incompetenze.
La Cancelliera Merkel ha deciso che da giorno 16 in Germania ci sarà un nuovo lockdown. Ha osservato gli andamenti della pandemia e, consapevole che un Natale fuori controllo condurrebbe il suo Paese a una terza violentissima ondata, ha valutato la scelta migliore e ha deciso. Senza tentennamenti. La stesso stanno per fare Londra, New York e Amsterdam. In Italia invece, dopo un’estate dissennata e un autunno schizofrenico, a 10 giorni dal Natale, non sappiamo ancora come saremo chiamati a comportarci nelle prossime settimane.
L’unica certezza è che tra il 19 e il 20 ci sarà il caos nei trasporti, sopratutto verso Sud. Il resto è avvolto da una nube di insicurezza che evidenzia una totale mancanza di strategia all’interno del governo e della maggioranza che ancora lo sostiene. Il presidente Conte, nell’affannosa ricerca di una leadership ormai sfibrata e di una popolarità ormai consumata, continua a vacillare tra la linea del rigore e quella del buonismo. Ci si potrà muovere? La risposta è triplice. Si. No. Forse. Tutto può accadere. In realtà non sanno che fare.
Si è molto discusso degli assembramenti che si sono creati nell’ultimo fine settimana. Ma il cittadino fa quello che è consentito dalla legge. Se i negozi sono aperti, perché non dovrebbe uscire? Cosa ci si aspettava? Che gli italiani ringraziassero il governo, buono e magnanimo, ma scegliessero di stare in casa per senso di responsabilità? Lo hanno fatto i più avveduti e accorti, evitando almeno i luoghi più affollati, ma evidentemente non lo ha fatto la massa.
Difficile pretenderlo, d’altra parte, dopo i ripetuti inviti di tutte le forze politiche, di maggioranza e opposizione, a spendere e consumare nei negozi. Soprattutto dopo aver colorato tutte le regioni di giallo, allentando le restrizioni, nei giorni successivi al lancio dell’applicazione IO, che promette il rimborso (extra cashback) di una percentuale delle spese effettuate sino a Natale.
Sembra di vivere una commedia dell’assurdo se aggiungiamo che mentre la pandemia è in piena seconda fase, la pressione sugli ospedali è sempre più forte e si registrano decine di migliaia di contaminati e centinaia di morti al giorno, mentre gli scienziati chiedono di adottare misure drastiche di chiusura per evitare una terza ondata drammatica a febbraio, considerato che manca un programmazione per la riapertura delle scuole e la campagna di vaccinazione è avvolta nel mistero, in queste ore a palazzo Chigi è in corso una verifica di governo.
La strada fortunatamente è segnata e ancora una volta dobbiamo ringraziare la signora Merkel per avercela indicata. All’Italia non resta che copiare quello che fa Angela Merkel, senza scatti di fantasia. Non è il momento. Non è il caso.