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Europa: la possibilità è uno spazio tutto da vivere

Possibilità. Così si può riassumere quanto accaduto a livello europeo in quest’anno, così difficile e doloroso. Possibilità innanzitutto intesa come facoltà di agire, perché, a differenza di crisi precedenti, la risposta europea è stata all’altezza e tempestiva. Una facoltà di agire concessa all’Unione dai suoi stati e, in particolare, dalla Germania che ha superato alcuni suoi veti storici.

Così, anche grazie alla coalizione tra Francia, Spagna e Italia, è nato Next Generation EU. Osservandone la struttura, si nota che la possibilità si è manifestata anche come creatività. La capacità innovativa si è vista, ad esempio, con la decisione di ancorare il fondo per la ripresa al bilancio pluriennale dell’UE 2021-2027. In questo modo si è evitato che un singolo paese risultasse responsabile per un altro. Con il fondo per la ripresa, è l’Unione comunità a garantire per ogni suo membro.

Inoltre, il legame tra Next Generation EU e il bilancio dell’UE si è reso necessario anche per la complessità dell’operazione, difficilmente realizzabile se si fossero create strutture nuove. L’approccio creativo, allora, si è visto anche nel modo in cui il potenziale di ciò che esisteva già – strutture e regole – è stato interpretato e sfruttato appieno, così da dotare l’Unione e i paesi membri della flessibilità necessaria per rispondere alla crisi.

È sicuramente questo il caso anche della BCE, che ancora una volta si è confermata l’istituzione europea più efficace. Con il programma emergenziale di acquisto titoli iniziato a Marzo 2020 e che durerà almeno fino a Marzo 2022, la BCE sta mettendo a disposizione dei paesi dell’Eurozona, Italia in primis, una potenza di fuoco di €1,850 miliardi. Un vero e proprio scudo che ci protegge da speculazioni finanziarie, garantendo anche la liquidità necessaria per finanziare le misure emergenziali e pagare pensioni e stipendi pubblici.

La vicenda della BCE, però, svela anche che c’è un limite alla possibilità. In questi anni, Francoforte ha ricercato un delicato equilibrio. Si è adoperata per garantire l’integrità dell’Euro – da qui sono nate le politiche espansive di Draghi, che hanno parzialmente fatto da “supplente” alla mancanza di meccanismi di condivisione fiscale – cercando contemporaneamente di agire sempre nei limiti del suo mandato. Non sono mancate le tensioni, a sottolineare come si sia usata tutta la flessibilità a disposizione per sopperire alle incompletezze della moneta unica.

Anche la sospensione del patto di stabilità, che ha permesso di fare deficit, e le norme temporanee sugli aiuti di stato, che hanno consentito ai paesi di intervenire e salvare le proprie economie, dimostrano una tensione simile: tempestività e flessibilità da un lato, necessità di cambiamenti dall’altro. Non si può pensare, infatti, che nel mondo post-covid, per certi versi completamente diverso, si possa tornare alle regole di prima, come se nulla fosse successo. Se la possibilità ha raggiunto i suoi limiti, serve un salto in avanti. Serve, anche perché questo 2020 ha creato un precedente: si sono stabiliti standard e aspettative. Se il meglio è possibile, il meglio sarà atteso anche in futuro. La possibilità diventa impegno.

Un impegno concreto, che dal prossimo anno sarà soprattutto nelle nostre mani. Innanzi tutto come italiani. Un’efficace implementazione di Next Generation EU permetterà non solo di iniziare a risollevare la nostra economia così duramente colpita, ma anche di dimostrare ai paesi “frugali” che la loro diffidenza era mal riposta. Se così sarà, il successo di Next Generation EU costituirà l’argomento più convincente per rendere permanente una maggiore condivisione fiscale e realizzare in questo modo un fondamentale salto in avanti.

La nostra responsabilità è anche come individui. Nel 2021 avremo la possibilità di partecipare alla Conferenza sul Futuro dell’Europa, un grande esercizio di democrazia partecipativa per coinvolgere i cittadini europei sul nostro futuro condiviso. Una notevole opportunità da non lasciarsi sfuggire, perché, come ricorda Emily Dickinson, la possibilità è uno spazio tutto da vivere.

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