Dal 18 settembre 2021 al 6 gennaio 2022, presso il museo allestito all’interno del Castello Ursino di Catania, ha luogo la mostra senza precedenti Gabriele Basilico-Territori intermedi, a cura di Filippo Maggia. Si tratta di una raccolta di fotografie in gran parte inedite, realizzate tra il 1985 e il 2011.
Uno schermo, piazzato proprio accanto alla copia in gesso del sarcofago di Costanza D’Aragona, proietta le parole di Gabriele Basilico, fotografo che degli scatti dei paesaggi urbani ha fatto la sua fortuna. Questa curiosa convivenza che Basilico stesso avrebbe apprezzato, è frutto di un progetto che vede come protagonisti il Museo Civico “Castello Ursino”, la Fondazione OELLE Mediterraneo antico e l’Archivio Gabriele Basilico.
La stanza in cui è possibile vedere il fotografo all’opera, grazie al video che accoglie diversi momenti della sua vita professionale, costituisce solo il primo step della mostra. Qui si può osservare la grandezza di un artista generoso che alla macchina da presa concede di riprendere i momenti precedenti ai suoi scatti, mentre come un bravo artigiano si prepara a modellare gli ingranaggi della sua macchina fotografica. Questa sembra appartenergli come fosse la continuazione del suo stesso occhio.
Lo vediamo farsi largo tra i piccioni delle città del mondo, da Montecarlo a Beirut, Palermo, Berlino, Rio de Janeiro, Mosca, Shangai, Milano e tante altre. Racconta l’importanza della pazienza dello sguardo, unica arma che permette di immortalare la città non come qualcosa di statico ma piuttosto come un fenomeno. Nei suoi scatti troviamo la convivenza della bellezza storicamente definita e la mediocrità che nessuno vuole vedere ma che, secondo il fotografo, è proprio quest’ultima a rappresentare la forza della società.
Ci insegna che la bellezza riguarda più il modo di guardare che il soggetto: così si restituisce ai luoghi la bellezza che non hanno mai ambito ad avere. Il suo sguardo ricorda certe riprese di Pasolini o Rossellini, il loro modo di mettere al centro della loro ricerca la realtà delle periferie.
Ogni foto esposta nella mostra è il racconto di un lavoro di indagine del rapporto tra l’uomo e lo spazio costruito. Troviamo edifici dalle geometrie perfette invasi dai movimenti frenetici degli uomini; spesso vi sono elementi che tagliano la verticalità dei palazzi. Questi, oltre a dare forza ed energia al soggetto, attraversando i grattacieli ne restituiscono una visione astratta.
Gabriele Basilico, considerato uno dei maestri della fotografia italiana ed europea contemporanea, è un artista generoso che ci insegna come sia fondamentale la pazienza dello sguardo al fine di respirare il vero spirito delle città del mondo; e noi non possiamo che essergliene grati.