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“La Musica che €onta”

AFI – Associazione Fonografici Italiani tramite il Presidente Cerruti – in collaborazione con Deloitte, il centro studi Assolombarda, le società UTOPIA e Gfk – ha realizzato la prima analisi di impatto della produzione musicale in Italia. L’anteprima del rapporto “La Musica che €onta”, patrocinato dal Ministero dello Sviluppo Economico, è stata illustrata stamani al Senato presso la sala “Caduti di Nassirya”.

Tra i presenti Lucia Borgonzoni, Sottosegretario alla Cultura; il Presidente di AFI Sergio Cerruti; Marco Vulpiani, partner Deloitte Italia; l’Onorevole Federico Mollicone, Presidente dell’Intergruppo Parlamentare Cultura, Arte e Spettacolo della Camera e la speciale partecipazione di Al Bano Carrisi.

L’evento si è aperto con un messaggio del Presidente di Confindustria Cultura Innocenzo Cipolletta, il quale ha evidenziato il ruolo del settore dei beni culturali e della musica nel promuovere grandi processi innovativi e la necessità di offrire un quadro giuridico e legislativo capace di garantirne un adeguato sviluppo. “La Musica che €onta nasce dal bisogno di identificare il valore economico della produzione musicale di interesse nazionale ed è un progetto per il futuro che vuole restituire al settore quella dignità e quella dimensione che troppo spesso gli è stata negata. La musica è un’industria che concorre al PIL, produce lavoro e in quanto tale merita di entrare a pieno titolo nell’agenda politica ed economica delle Istituzioni nazionali”, ha dichiarato Sergio Cerruti, Presidente di Associazione Fonografici Italiani (AFI). “Spero che questo studio”, ha proseguito Cerruti, “ci traghetti verso una nuova coscienza, dove la musica non conta solo nei numeri – come è stato oggi ampiamente dimostrato – ma anche nei fatti. È giunto il momento di un cambio di percezione proprio da parte di chi ha il compito di incentivare, promuovere e migliorare il nostro settore ma che purtroppo nell’ultimo anno ha deciso deliberatamente di lasciarlo in panchina. A tale scopo, proprio perché sono convinto che la cultura non ammette ignoranza, oggi abbiamo voluto dimostrare perché la musica conta e quali sono i dati di riferimento per poter intercettare le esigenze ed elaborare norme coerenti con il settore, il periodo storico e il futuro che ci attende”.

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