Vanessa Viscogliosi, giornalista, blogger e autrice romana, ha scritto un libro dedicato ai più piccoli che rinnova l’incanto del vivere attraverso il quotidiano e le sue meraviglie. Il suo libro, con le bellissime illustrazioni di Tiziana Longo, è uscito alla fine del 2021 ed ha subito riscosso l’attenzione di grandi e piccini per la bellezza del tema, il linguaggio vivido e immediato e le splendide immagini che lo accompagnano.
Vanessa, com’è nata l’idea di scrivere un libro per bambini?
L’editoria per bambini e in special modo quella legata al mondo degli albi illustrati mi ha sempre affascinato e stimolato. Ogni pagina è il risultato di uno scambio dialogico costante, imprevedibile e per questo prezioso, tra parola e immagine. Da questo canto a due voci la lettura si espande, così anche i significati, le connessioni, i personaggi, le storie. Spesso si è portati a pensare che l’albo illustrato sia solo un prodotto per bambini destinato ad essere accantonato in età adulta. Le lunghe narrazioni, con la maturità, infatti prendono il sopravvento. Non sempre, però, i libri grandi sono grandi libri. È molto probabile, invece, che in libri brevi e dalla foliazione ridotta sbocci autorevole letteratura.
Serviva l’incontro giusto, quello con l’editore.
Si, perché l’idea di scrivere un libro per bambini ha sempre occupato un posto speciale nel mio cassetto dei sogni da realizzare. Questo cassetto è stato aperto da Daniele Cavallaro di Lunaria Edizioni, agli inizi del 2020, quando mi ha proposto di farlo per la neonata casa editrice. A marzo dello stesso anno ho scritto di getto il testo di “UAU che giorni!” e, dopo l’estate e qualche titubanza, ho deciso di sottoporlo al suo vaglio e a quello della coordinatrice editoriale, Veronica Palmeri, che fin da subito si è dimostrata entusiasta.
Tu sei mamma di una bimba. La sua presenza ha giocato un ruolo importante nella genesi di questo lavoro?
A mia figlia Cecilia ho dedicato il libro e soprattutto il messaggio primario in esso contenuto: vivi la vita più che puoi e sorridi sempre.
Parlaci un po’ della tua collaborazione con l’illustratrice, Tiziana Longo. Come avete fatto a raggiungere una sinergia tra testo e immagini così calzante?
Lavorare con Tiziana è stato semplice e rilassante perché siamo entrate in sintonia fin dal primo momento. Le illustrazioni non sono quindi il frutto di un lavoro travagliato e di notti in bianco, tutt’altro. Il racconto visivo e quello testuale si sostengono vicendevolmente e ben rappresentano le nostre anime e quella del libro.
Il tuo testo è costruito sulla meraviglia destata dai cinque sensi; questi hanno un effetto sinestetico sul piccolo lettore (e non solo). Cosa ti ha spinto a partire proprio dalle sensazioni per il tuo libro?
Mi ha spinto una giornata non proprio uau, una di quelle da dimenticare e che ho la sfortuna di vivere spesso perché soffro di attacchi di emicrania molto forti. Quando va bene durano 48 ore, quando va male il giorno e la notte si susseguono così come le nausee, i problemi con la luce, gli odori. Persino la risata di tua figlia, in quelle ore, si tramuta in un incubo sonoro. Da pessime “esperienze” sinestetiche, paradossalmente, sono nate quelle piacevoli di “UAU che giorni!”. La scrittura, d’altronde, è sempre stata per me la migliore terapia d’urto.
Se dovessi descrivere il tuo libro con poche parole rivolgendoti a un pubblico adulto cosa diresti? E se invece parlassi direttamente ai tuoi piccoli lettori?
Direi ai grandi, ma pure ai piccini, che il libro aiuta a disegnare stelle nei giorni neri e a restare sole nei giorni a colori.
Leggendo il libro mi ha colpito la grande profondità del testo che si può leggere a più livelli, essendo ricco di rimandi semantici e di giochi di parole semplici che introducono termini più complessi. Come hai fatto a ottenere una notevole ricchezza di contenuto attraverso un testo che si presenta essenziale, perfetto per essere letto trasversalmente dai tre anni in su?
Il testo nasce da un lavoro istintivo di sottrazione. Togliere senza compromettere la complessità di cui parli non è facile. Si rischia la superficialità e la banalizzazione. Ho un grande rispetto per le parole e forse anche per questo non sono una grande chiacchierona. Preferisco scrivere: il foglio bianco mi permette di sceglierle con cura.
Il libro, hai ragione, viaggia su più livelli. Ha più facce e offre diversi spunti di riflessione. Da un lato la mia attenzione si focalizza sull’unicità della vita e sulla gioia delle piccole cose, dall’altro cela ma non troppo le mie posizioni su alcune tematiche complesse e delicate, dall’accoglienza dei migranti ai diritti civili. Parlare di cose da grandi con i piccoli non è complicato, né occorrono grandi paroloni. Servono solo parole oneste.
In una parte del volume, una bimba di spalle osserva “La Primavera” di Botticelli degli Uffizi e tu scrivi: (questi) “Sono i giorni capolavoro . Ti guardano dentro e tu piangi fuori”. La tua frase mi ha molto colpito perché porta i bambini al cuore dell’esperienza estetica. Anche tu hai ancora questo rapporto viscerale con l’arte? Ricordiamo ai lettori che hai ideato e diretto per anni, insieme a Giacomo Alessandro Fangano, la prima rivista dedicata alle arti visive in Sicilia, Tribe art.
Questa illustrazione racconta di un attacco, non emicranico, ma per fortuna da Sindrome di Stendhal: la prima volta che ho visitato la Galleria degli Uffizi ho letteralmente pianto di fronte a questo capolavoro dell’arte italiana. Ho suggerito quindi a Tiziana di tradurre in immagine la mia vertigine, che ho poi scoperto, essere stata anche la sua. La bellezza continua a commuovermi e il mio rapporto con l’arte in tutte le sue molteplici forme è ancora profondissimo. Ho ereditato da mia nonna paterna il “master” in incanti e meraviglie e non la ringrazierò mai abbastanza.
Vanessa Viscogliosi, giornalista, autrice e blogger romana, vive a Catania dal 2003. Sebbene non ami le etichette, si definisce un’operaia culturale con manie di piccolezza. “UAU che giorni!” è il suo primo albo illustrato.
Tiziana Longo, illustratrice, nata a Catania, laureata in Pittura e restauro, studia poi illustrazione e ne fa la sua professione. Pubblica prevalentemente per l’editoria inglese, americana e italiana illustrando libri educativi e di narrativa per bambini e giovani adulti.