Ricordate Umberto Bossi che parlava di baionette e secessione? Non esisteva ancora il Partito Democratico e il centro-sinistra era unito sotto il simbolo dell’Ulivo. La coalizione di centro-destra era guidata da Silvio Berlusconi che, davanti alle preoccupazioni per le dichiarazioni di Bossi, così minimizzava: “parla al suo elettorato”.
Beppe Grillo, fondatore e ideologo del Movimento cinque stelle, a due giorni dal referendum costituzionale che ha confermato il taglio lineare dei parlamentari, nel corso di un confronto con David Sassoli, presidente Parlamento Europeo, ha dichiarato: “non credo più in una forma di rappresentanza parlamentare ma credo nella democrazia diretta, fatta dai cittadini attraverso i referendum”.
Era scontato che i cinque stelle, raggiunto l’obiettivo storico del taglio della “casta”, sentissero l’esigenza di rilanciare sui temi originari. Ecco allora la madre di tutte le idiozie: sorteggio per le cariche pubbliche e via le assemblee elettive. Si decide tutto con referendum, da tenere sulla piattaforma privata di Casaleggio. Vaffa alla competenza. Per fare politica con i 5S non è richiesta. Era esattamente questa la preoccupazione che animava la campagna per il NO al referendum costituzionale. Un timore evidentemente sottovalutato non tanto dai cittadini quanto dalla classe dirigente che ha sostenuto il SI.
Abbiamo dovuto aspettare 24 ore per leggere la reazione di Nicola Zingaretti, “io la penso nel modo opposto”, mentre nulla sappiamo di quel che pensano Luigi Di Maio e Giuseppe Conte. Con quel che resterà del M5S, dopo la resa dei conti annunciata, bisognerà fare le riforme rese necessarie dalla riduzione dei parlamentari e gestire gli oltre duecento miliardi messi a disposizione dall’Europa, eleggere il nuovo Presidente della Repubblica e confrontarsi sui temi sociali che il PD ha lasciato in cantina in questo primo anno di governo. La democrazia è forma e sostanza. Nel caso di Grillo le due cose coincidono pericolosamente. Lo ricordiamo soprattutto al PD: il leader del M5S non parla al suo elettorato. Dice sul serio. Sveglia.