Press "Enter" to skip to content

C’era due volte il barone Lamberto

“Colui il cui nome è sempre pronunciato resta in vita” secondo la profezia destinata al barone Lamberto.

C’era una volta (una sola volta) un re, ma migliore sorte toccherà a C’era due volte il barone Lamberto e ancora di più al suo autore Gianni Rodari che c’era e continua ad esserci.

Se Lamberto si manteneva in vita con l’aiuto di sei impiegati, lautamente pagati, che ripetevano in continuazione il suo nome, Rodari vive ancora facendo risuonare i suoi versi e le sue storie di bocca in bocca, di Paese in Paese, di anno in anno in questo arco di tempo 1920/2020.

Poesie, filastrocche, favole, storie, in una produzione esuberante apparentemente dedicata ai bambini, in realtà destinata a ognuno di noi quando con la stessa serietà dei bambini decidiamo di guardare il mondo. Non lasciamoci infatti ingannare. Rodari non è un autore facile o divertente o destinato alle antologia della prima scuola. Al contrario è un lettore lucido, dissacrante, polemico dei comportamenti umani. Virtù e vizi, bene e male, fantasia e realtà, si dichiarano, si mescolano, si combattono nelle sue invenzioni, come le palle di un giocoliere che lanciate in alto ritornano ordinatamente nelle sue mani.

Il mondo si può leggere e c’è una grammatica che ce lo fa leggere correttamente, La grammatica della fantasia che all’occorrenza riesce anche a salvarlo e magari a reinventarlo. Un mondo che possiamo tutti rendere migliore quello di Rodari usando le parole giuste nel modo giusto che poi è sempre quello dell’immaginazione. Perché bisogna prima saperlo immaginare il mondo nuovo se vogliamo poi realizzarlo. Ma in fondo al calamaio/ c’è un tesoro nascosto/ e chi lo pesca scriverà parole/ d’oro/ col più nero inchiostro.

Consigli di lettura al di là dei versi che tutti bene o male abbiamo avuto modo di conoscere,
C’era due volte il barone Lamberto
Grammatica della fantasia

Share via
Copy link
Powered by Social Snap