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Trapassare fuor dalla norma

La notizia della morte per coronavirus di Germano Celant (1940-2020) ha toccato profondamente gli addetti ai lavori. Molto di più il fatto che essa sia passata quasi inosservata sulle principali testate televisive italiane, la qual cosa ci interroga sul valore della cultura nel nostro paese, quando essa deborda dalle ovvietà o riguarda percorsi intellettuali e artistici fuori norma. A distanza di quasi sessant’anni dalle sperimentazioni antiformali, non è permeata dunque quella impareggiabile stagione, ed i principali TG nazionali non hanno ritenuto che la tragica scomparsa di un uomo discosto dalla critica urlata per professione, fosse degna di nota. Ad altri il compito di ricordarlo per ciò che era: tra i più grandi della sua generazione, autorevole narratore della Process art, dell’Earth art, dell’Arte povera.

La domanda su di chi sia la colpa di codesta indifferenza è ambigua. Probabilmente, qualcuno ritiene che il 1968 ancora pesi politicamente sulla storia italiana recente e con esso le ricerche artistiche che vi si condussero; oppure, con meno cultura, considera scarsamente quell’arte e coloro che la narrarono. Eppure, gli esiti sociali delle neoavanguardie sono sotto gli occhi di tutti, contribuendo più che larvatamente alle conquiste politiche, sociali e culturali della nostra nazione fino a questo scorcio di III millennio. La propagazione internazionale del Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto e del suo messaggio universale sono ancora in atto; le opere di Kounellis sono poste a fondamento di importanti progetti d’arte pubblica come la metropolitana di Napoli; le scarificazioni paesaggistiche di Giuseppe Penone vergano il parco della Venaria Reale di Torino con poesia; il cretto di Alberto Burri a Gibellina è la memoria tangibile di una lacerazione storica nazionale. Perché fare passare inosservata la vita e la morte di un così grande mentore? La mancata memoria popolare e collettiva della sua personalità non si giustifica affatto; essa misura la pochezza e il provincialismo di certo giornalismo italiano.

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