“Andrà tutto bene”, “Ce la faremo”, “Medici e infermieri i nostri eroi in camice bianco”, “Ne usciremo migliori”. E poi flash mob, canti, applausi dai balconi. Ma andrà tutto bene de che? L’Italia supera le 21 mila vittime di Covid-19, i contagi non diminuiscono, l’economia è ferma, siamo tutti dentro casa e, a quasi due mesi dal primo caso scoperto in Lombardia, ancora con questi arcobaleni e disegnini appesi alle finestre e post-it attaccati ovunque. Ormai non ci credono nemmeno quelli che lo scrivono. Si spera si siano resi conto che no, non è andato tutto bene.
Sarà la noia, sarà la ricerca di un appiglio a cui aggrapparsi in questi giorni, la voglia di sdrammatizzare, ma dopo quella sanitaria la vera emergenza è il proliferare dei luoghi comuni, letti e diffusi via social, sentiti alla tv dai politici che continuano ad elogiare il lavoro dei medici in prima linea, “i nostri eroi”. Ma i vostri eroi non se ne fanno nulla di queste belle parole, i vostri eroi chiedono guanti, mascherine e camici per non infettarsi. I vostri eroi chiedono attenzione, protezione e sicurezza, per loro e per i malati.
Poi ci sono quelli zen che continuano a ripetere che da questa emergenza ne usciremo migliori, si certo, come la conduttrice tv che spara in diretta nazionale l’inseguimento della polizia di un povero signore, circondato da forze aria-terra, manco fosse il più pericoloso dei boss. Ha violato la quarantena, le regole, vero, ma per andarsi a fare una corsetta in solitaria tra mille ettari di verde. Ha sbagliato, ha pagato, ma perché la gogna mediatica e social?
E le mamme esaurite alle prese con le quotidiane faccende domestiche, mariti rompiscatole e figli in casa h24 da far studiare, far giocare, tenere occupati tra le quattro mura di casa, siete sicuri che ne usciranno persone migliori? Per non parlare del capitolo anziani “proteggiamo i nostri nonni”. Si come no, abbandonati nelle Rsa, nelle case di cura, andate a raccontargli: “nonni andrà tutto bene”.