Non mi piacciono le differenze di genere. Esistono uomini intelligenti e uomini stupidi, donne intelligenti e donne stupide. L’auspicio, ma purtroppo accade sempre più di rado nel nostro Paese, e’ che al governo delle nazioni ci siano uomini o donne con un percorso brillante di studi, competenti e naturalmente onesti.
Non basta essere un politico di professione. Se fai il ministro di un determinato settore devi sapere perfettamente, e io lo pretendo, di cosa stai parlando. Altrimenti dovrai fidarti di questo o di quel funzionario, spesso retaggio di precedenti esecutivi, non sempre di specchiata fedeltà.
Fatto questo preambolo, vi devo però segnalare, lo dicono i numeri, che questa emergenza pandemica sta esaltando il ruolo delle donne leader. I Paesi che hanno “il gentil sesso” al timone gestiscono la situazione con straordinaria efficacia, risparmiando ai loro popoli le tragedie immani che si stanno verificando in altri Stati.
A partire dall’ “odiata” Merkel, fino ai primi ministri di Norvegia e Finlandia, e soprattutto al premier donna di Taiwan Tsai Ing-wen, che, come scrive la rivista americana Forbes, ha limitato il numero dei morti a sei unità, pur essendo la sua nazione a soli 100 chilometri di mare dalla Cina.
Insomma, con questo non vogliamo sostenere che se avessimo avuto un Presidente del Consiglio donna le cose sarebbero andate certamente meglio. Trovo però scandaloso che l’Italia repubblicana, dopo 66 governi, non abbia ancora avuto un primo ministro donna.
Un maschilismo selvaggio che ha condizionato la vita politica e sociale del nostro Paese. All’Assemblea Costituente le donne erano solo 21, ma ognuna di loro oggi avrebbe potuto essere leader di una maggioranza o di un esecutivo. Con capacità e doti di pragmatismo certamente maggiori di tanti uomini che decidono per noi in questo momento drammatico.