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Si è sempre i meridionali di qualcuno

Trovo davvero paradossale che mentre l’Italia è nella tempesta di un’emergenza sanitaria, con il rischio concreto di una seconda ondata a gennaio, non siano pochi i professionisti dell’informazione che si lasciano andare a esternazioni a sfondo razzista contro i meridionali. Non mi metto a discutere con questi signori, anche perché qualcuno di loro doveva essere poco sobrio (gli capita spesso) nel momento in cui ha fatto certe affermazioni.

Quello che mi preme sottolineare è che quando si usa ancora l’immagine della pizza e del mandolino per descrivere la gente del Sud, vuol dire che si è rimasti indietro nel tempo e fuori dalla realtà. Una grave lacuna per chi quella stessa realtà dovrebbe raccontarla, e possibilmente senza pregiudizi. A Napoli non ci sono “anche delle eccellenze”, come ha sostenuto il direttore di un telegiornale in caduta libera di share, ma ci sono tante eccellenze. Non c’è settore dell’imprenditoria, della scienza o delle arti che non debba moltissimo al talento meridionale. Ritenersi superiori o anche solo più laboriosi, con l’attenuante di un probabile stato di ebbrezza, francamente imporrebbe un immediato trattamento sanitario.

A proposito, a tanti di…vini personaggi che animano le nostre giornate attraverso il digitale terrestre o il satellite, voglio ricordare che al Sud esistono anche tante eccellenze vinicole. Dalla Falanghina al Taurasi, che, come scrive oggi un quotidiano rigorosamente del Nord, farebbe bene anche per arginare il Coronavirus. Stento a crederlo, ma non per pregiudizio . . .

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