Politicamente all’estero non contiamo niente. Bisogna rassegnarsi all’evidenza dei fatti. Il nostro è un Paese costretto a subire da troppo tempo. Subiremo ancora un fallimento in sede europea sui presunti aiuti per l’emergenza coronavirus al nostro Paese, nonostante i trionfalismi fuori luogo di Conte, cosi come abbiamo subito, e mi limito solo a uno dei tanti episodi più recenti, che uno Stato straniero minacciasse di morte un bravo giornalista che ha fatto solo il suo mestiere. Se l’Italia avesse avuto un minimo di dignità avrebbe dovuto assumere ben altre iniziative e non limitarsi a qualche nota di formale biasimo e sterili dichiarazioni di principio. Per non parlare della verità sul caso Regeni, che ancora attendiamo dopo quattro ministri e altrettanti governi della Repubblica. Una verità che probabilmente tutti sanno, ma che nessuno ha il coraggio di rivelare ufficialmente, arrivando a volte addirittura a speculare mediaticamente sul dolore impresso sulla carne viva di una famiglia. E questo per motivi di interessi economici che si fanno prevalere sulla sete di giustizia che riguarda la morte di un ragazzo italiano perbene. Ho citato due casi, ma altri ne potrei raccontare. Non vorrei però sparare sulla Croce Rossa di un dicastero che ha avuto tra i suoi ministri De Gasperi e Moro e ora ha Di Maio.
La debolezza dell’Italia agli Esteri
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