Il Ravenna Festival nasce nel 1990 e con i suoi 30 anni di vita è uno dei festival più importanti d’Europa. È un luogo dove si possono accontentare i palati più esigenti, infatti la sua caratteristica principale è quella di essere multidisciplinare e di guardare quindi a tutti i linguaggi dello spettacolo dal vivo: la musica sinfonica, l’opera, la danza, la musica etnica, il jazz, la musica cameristica. Ha sedi diverse, come chiostri e basiliche bizantine, che portano gli spettatori in una straordinaria immersione non solo negli spettacoli ma anche nei beni culturali, nell’arte e nella storia di Ravenna. ilcaffeonline ha intervistato Antonio De Rosa, il Sovrintendente del Ravenna Festival, per capire come si sta riorganizzando il festival in seguito all’emergenza coronavirus.
Il vostro festival aveva in programma di riaprire il 3 giugno. Manterrete il calendario?
Ipotizziamo l’apertura i primi di giugno, ma sulla data restiamo flessibili. Avremmo dovuto aprire il 3 giugno con “The Philip Glass Ensemble” da New York, ma questo ovviamente non sarà possibile. Stiamo riscrivendo il cartellone del festival sulla base della disponibilità del luogo.
Come vi state riorganizzando?
La situazione è legata ai luoghi di spettacolo. Ci sono due modi di guardare questa realtà: la prima riguarda la partecipazione degli artisti che vengono dall’estero e in particolare quelli che vengono da paesi in cui c’è un epidemia attiva come Spagna e Stati Uniti, che hanno cancellato la loro presenza; dall’altra parte dobbiamo affrontare la rappresentazione degli spettacoli soltanto all’aperto perché non è pensabile fare diversamente. Naturalmente anche il turismo è azzerato, buona parte delle 60mila presenza di cui generalmente godiamo sono costituite dal turismo culturale, questi turisti ovviamente non ci saranno. Andremo avanti garantendo standard di massima sicurezza, rispettando tutte le disposizioni emanate in seguito alla pandemia.
Abbiamo identificato nella Rocca Brancaleone il luogo adatto per rispettare le regole dell’emergenza: è una rocca veneziana, già sede di spettacolo per molti anni e il primo luglio del 1990 ospitò il primo concerto del Ravenna Festival diretto dal Maestro Riccardo Muti. Sarà allestita con il distanziamento interpersonale sia per il pubblico che per il palcoscenico. Abbiamo formulato un progetto in maniera da essere coerenti con le stesse normative che stanno caratterizzando le aziende che non hanno mai chiuso: distanziamento interpersonale, accessi scaglionati, uso di mascherine e di guanti, controllo della temperatura. L’afflusso di pubblico al luogo di spettacolo sarà comunque limitato a 250 persone, un terzo di quante ve ne entrano generalmente.
Riuscirete a mantenere il livello di offerta qualitativamente alto dovendo rispettare queste normative?
L’offerta resterà comunque di alto livello. Abbiamo immaginato nel caso della sinfonica di mettere in palcoscenico 62 elementi per cui un’orchestra ridotta ma assolutamente completa, il numero sarà ristretto ma senza che la musica ne abbia patimento. Ogni musicista sarà distanziato dall’altro da un metro di distanza e i fiati avranno anche pareti di plexiglass per evitare contagi indesiderati. I musicisti avranno le mascherine e gli strumentisti a fiato useranno la giusta distanza.
Userete uno strumento streaming come alternativa alle date o ne farete solo un uso integrativo ad eventi che comunque verranno realizzati?
L’utilizzo dello streaming sarà di tipo integrativo e attraverso questo puntiamo a raggiungere un audience ancora maggiore degli scorsi anni. Porteremo un cablaggio in fibra ottica sul palcoscenico della Rocca Brancaleone realizzando una web tv che trasmetterà tutti gli spettacoli in streaming online. Per cui ai 250 spettatori dal vivo si aggiungeranno tutti quelli che preferiranno rimanere a casa o che non vi hanno potuto accedere. Lo spettacolo sarà accessibile da qualsiasi device in modo del tutto gratuito. Inoltre stiamo pensando di trasmettere anche attraverso il digitale terrestre. Sarà un mix di spettacolo dal vivo e online.
Quali soluzioni avete immaginato per il prezzo dei biglietti?
La condizione è particolare per questo non chiederemo nulla. Il ministero, la regione e il comune come enti pubblici daranno il loro sostegno. Faremo dei biglietti con un prezzo simbolico. Non ci sarà una politica di botteghino come gli altri anni, anche gli sponsor ci sono vicini. Naturalmente gli accordi verranno rinegoziati perché gli spettacoli non saranno più nella forma che avevamo immaginato. Lo stesso vale per il cachet degli artisti che verranno rinegoziati: è chiaro che non potremmo mantenerli uguali a fronte di un pubblico e di un biglietto ridotto. Difenderemo la nostra fondazione dal dissesto, faremo in modo di restare in piedi. Inoltre chi si collega da casa, chi pensa che la qualità della vita sia legata alla cultura, potrà dare un proprio contributo in maniera del tutto volontaria per contribuire alla realizzazione dello spettacolo.
Lo Stato sta adottando misure di sostegno al settore?
Sentiamo molto la vicinanza dello Stato. Il Ministro Franceschini si è prodigato nel confermare le risorse a disposizione che cercherà di darci in anticipo, per fornirci più rapidamente la liquidità necessaria. La stessa cosa sta facendo la regione Emilia Romagna e anche il comune di Ravenna, che naturalmente tiene alla continuità e alla sostenibilità del progetto. Ne approfitto per ringraziare tutti gli amministratori pubblici che hanno a cuore la cultura e che hanno capito che si tratta di un pezzo di welfare del quale non si può fare a meno.