Il festival Traiettorie, una delle principali realtà nazionali ed europee dedicate alla musica moderna e contemporanea, giunge quest’anno alla sua trentesima edizione. La rassegna concertistica ha sede nella città di Parma e che ha visto la presenza dei più importanti solisti ed ensemble internazionali. Uno degli obiettivi del festival è la promozione della musica contemporanea, con particolare attenzione a quella elettronica. ilcaffeonline ha intervistato Martino Traversa, direttore artistico del festival e presidente della Fondazione Prometeo.
L’atto di nascita della Fondazione Prometeo risale al 2008 ma, osservandone la storia, la sensazione che si ha è che questa sia sempre esistita, sia nella personale ricerca del suo presidente, sia nella vita della manifestazione Traiettorie, la quale nasce nel 1991. Come è nata dunque la Fondazione Prometeo e cosa si intende con fusione di musica, tecnologia e scienza?
L’attività di produzione musicale che oggi fa capo alla Fondazione Prometeo in effetti è iniziata molti anni prima, intorno al 1985. A suo tempo avevo costituito l’Associazione musicale Edgard Varèse allo scopo di promuovere la musica contemporanea attraverso l’omonimo ensemble. Eravamo agli inizi, ed escludendo certe iniziative importanti nelle grandi città, la diffusione della musica contemporanea era molto contenuta, per non dire inesistente, soprattutto in ambito provinciale. Dall’esperienza di quel gruppo di giovanissimi musicisti, con il passare degli anni prese corpo una delle realtà che negli anni a venire si è rivelata fra le più rappresentative del panorama musicale italiano. Il primo grande evento pubblico fu il concerto che l’Ensemble Varèse tenne a Torino per l’inaugurazione del Lingotto, con un omaggio al compositore franco-americano Edgard Varèse, per la grande mostra «La civiltà delle macchine». Sandro Cappelletto, in qualità di direttore artistico della rassegna musicale, portò il nostro ensemble alla ribalta nazionale, affidandoci proprio il concerto inaugurale, a cui seguirono i concerti dei Berliner Philharmoniker, dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia e tanti altri. A questo seguirono altri concerti, fino al maggio del 1991, anno nel quale la nostra associazione realizzò la prima edizione della rassegna Traiettorie, con un magnifico concerto all’interno del Teatro Farnese dedicato a Luigi Nono nell’anniversario della sua scomparsa, grazie al sostegno di RAI 3 e del suo direttore Angelo Guglielmi. Di lì il tempo è volato fino al 2008, anno in cui è stata costituita la Fondazione Prometeo, nell’intento di estendere il nostro campo d’azione non solo alla musica, ma anche all’arte e alla scienza. Sulla base di una pluriennale esperienza maturata nella promozione della musica contemporanea e nella diffusione e tutela del suo repertorio, la fondazione ha elaborato progetti di natura interdisciplinare che comprendono iniziative didattiche, organizzazione di convegni e conferenze, esposizioni d’arte, progetti editoriali, rassegne di musica da camera e un laboratorio di elettroacustica finalizzato alla ricerca scientifica e alla produzione musicale.
Il festival Traiettorie si avvicina alla sua trentesima edizione in un momento molto particolare, quello successivo alla pandemia. Fra norme stringenti, timori e clima generale, come state vivendo l’organizzazione del festival? Cosa vi aspettate e cosa vi augurate?
Quello che il mondo intero sta vivendo a causa della pandemia è un qualcosa di assolutamente drammatico. A seguito del lockdown l’intero comparto culturale si è fermato, con conseguenze occupazionali di cui ancora oggi ben pochi ne comprendono la reale portata. Durante i mesi passati anche la Fondazione Prometeo si è vista costretta ad annullare tutte le iniziative a causa dell’emergenza sanitaria. Adesso con la ripartenza riprendiamo a vedere un po’ di luce. Nonostante il clima generale di grande incertezza, nonostante i timori e le paure che investono tutti noi, il nostro intento è di mantenere integro il programma della rassegna, in modo da inaugurare il 29 di agosto. La maggior parte dei concerti saranno realizzati al Teatro Farnese, il “nostro” luogo simbolo della rassegna Traiettorie, nel rispetto di tutte le misure di contenimento previste dai decreti governativi, al fine da tutelare la salute del nostro pubblico. È un anno doppiamente importante, sia per festeggiare la nostra XXX edizione, che per dare quel segnale concreto di ripartenza che tutti auspichiamo.
Cosa prevede la programmazione di quest’anno?
Come di consueto la rassegna Traiettorie ospiterà alcune delle formazioni e interpreti più noti della scena internazionale. Il festival inaugurerà il 29 agosto con un concerto partecipato a cura del gruppo ZAUM_percussion nel Cortile del Guazzatoio, all’interno del Complesso Monumentale della Pilotta. A questo seguiranno i concerti al Teatro Farnese dell’ensemble Court-circuit, il recital pianistico di Florent Boffard, l’Orchestra di Padova e del Veneto diretta da Marco Angius, l’Ensemble Intercontemporain – unica data in Italia nella stagione 2020-21, e due concerti a cura dell’Ensemble Nikel alla Casa della Musica e a Teatro Due.
Qual è il rapporto del festival con gli investitori istituzionali pubblici? E con i privati?
Come tutti sanno, le risorse dello Stato a favore dell’intero sistema culturale italiano ci pongono, in rapporto al Pil, in coda rispetto a tutti gli altri paesi europei. Nonostante questo, abbiamo la fortuna di vivere in una terra fertile, la Regione Emilia-Romagna, e in una città, Parma, che ha sempre prestato molta attenzione al sostegno del sistema culturale locale. Certamente un po’ più di equilibrio nella ripartizione dei fondi fra le varie istituzioni cittadine sarebbe auspicabile, in ogni modo la Fondazione Prometeo oggi riceve dei sostegni da parte delle istituzioni pubbliche in misura del 60%, mentre la rimanente parte proviene da istituzioni private, sia italiane che estere. L’alto valore del progetto artistico legato a Traiettorie ci ha consentito di poter contare sul sostegno economico da parte di rinomate istituzioni internazionali, che hanno visto nella Fondazione Prometeo un soggetto su cui investire per la promozione della cultura musicale del nostro tempo.
Che caratteristiche ha il pubblico di Traiettorie?
Il pubblico di Traiettorie vede la partecipazione – in modo trasversale – di tutte le fasce d’età. Naturalmente, come la maggior parte del pubblico che segue l’opera o la musica sinfonica o da camera, vi è una percentuale più alta di spettatori di mezza età, ma questa non è una novità e non deve sorprendere. Alla musica contemporanea di ricerca non si approda per caso. I linguaggi di una certa complessità necessitano di conoscenza, di mezzi e processi di approfondimento in grado di fornire le basi musicali per comprendere il linguaggio della musica d’oggi, soprattutto in rapporto alla tradizione. Servirebbe mettere in campo strumenti e processi adeguati per formare i giovani, che, non bisogna dimenticare, sono il pubblico del futuro. Ma questo in Italia accade molto raramente. Basta guardare ai luoghi preposti all’insegnamento della musica, ai Conservatori, per toccare con mano l’inadeguatezza dei percorsi formativi, dove la musica del nostro tempo occupa una posizione marginale, quando non è del tutto assente. Non bisogna poi stupirsi se nella stragrande maggioranza dei concerti di musica contemporanea realizzati all’estero i teatri sono pieni. Certe cose non accadono mai per caso…
In questo momento sta muovendo i suoi primi passi il progetto Parma 2020+21, nato in occasione della nomina della città di Parma a Capitale italiana della Cultura per l’anno 2020 ed esteso al 2021. La Fondazione Prometeo sta dando il suo contributo con la sua proposta: Polifonia Interattiva, facente parte del progetto Parma Città delle Muse. Di cosa si tratta?
“Polifonia Interattiva” è un progetto di sperimentazione di architettura interattiva che si pone il duplice obiettivo di favorire, attraverso la musica e la voce, l’integrazione socio-culturale e, al tempo stesso, di esplorare nuovi rapporti tra suono e spazio grazie all’applicazione di tecnologie innovative. La realizzazione della “Polifonia Interattiva” si svolgerà in due fasi: attraverso un laboratorio che coinvolgerà soggetti di diverse nazioni si cercherà di proporre un percorso di avvicinamento alle tematiche musicali (incluso l’uso delle tecnologie), preparando i partecipanti alla performance che li vedrà coinvolti nel concerto inaugurale. Successivamente il progetto prevede l’installazione, all’interno del Teatro Farnese di Parma, di un totem interattivo (9 mt di diametro) che reagisce al movimento dei visitatori attivando la proiezione di luci, la diffusione di parole registrate in diverse lingue e i frammenti di canti gregoriani che, combinandosi fra loro in modo pseudo-casuale, creeranno una polifonia ogni volta differente.
L’installazione sarà una vera e propria esperienza percettiva e sensoriale dove sensori, software parametrici/interattivi, speaker, led e proiettori interagiranno in tempo reale rendendo l’uomo e la musica protagonisti dello spazio. Tutti gli eventi sonori generati durante gli orari in cui l’installazione sarà accessibile verranno poi propagati di notte in diverse zone della città, creando un “sottofondo musicale”, una sorta di preghiera laica volta ad avvicinare gli uni agli altri in questo momento di difficile coesistenza sociale.