“La bellezza salverà il mondo” affermava Dostoevskij attraverso le parole del principe Miškin ne L’Idiota. Oggi, più che mai, fra il dibattimento generale su quale colore ogni regione merita di vestire, se giallo, arancione o rosso, queste parole risuonano ancor più potenti. Chissà quante persone si chiedono come la Bellezza e la cultura dei luoghi usciranno da questo particolare momento storico. E in quanti si ricordano che oltre al giallo, all’arancione e al rosso esistano anche il blu delle riviere, il verde dei boschi e il bianco delle pietre calcaree.
Senza dimenticare le accortezze che siamo invitati a rispettare e le drammatiche storie di molti che con il Covid-19 hanno avuto uno scontro frontale, è possibile trovare le occasioni per dedicarsi al pensiero del Bello. E l’occasione è stata servita il 16 novembre, quando il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo, guidato da Dario Franceschini, ha comunicato che la Giuria per la selezione della città “Capitale italiana della cultura” 2022, dopo aver esaminato le candidature pervenute, ha selezionato i dieci progetti finalisti:
Ancona (Ancona. La cultura tra l’altro), Bari (Bari 2022 Capitale italiana della cultura), Cerveteri (Cerveteri 2022. Alle origini del futuro), L’Aquila (AQ2022, La cultura lascia il segno), Pieve di Soligo (Pieve di Soligo e le Terre Alte della Marca Trevigiana), Procida (Procida – la cultura non Isola), Taranto (Taranto e Grecia Salentina. Capitale italiana della cultura 2022. La cultura cambia il clima), Trapani (Capitale italiana delle culture euro-mediterranee. Trapani crocevia di popoli e culture, approdi e policromie. Arte e cultura, vento di rigenerazione), Verbania (La cultura riflette. Verbania, Lago Maggiore) e Volterra (Volterra. Rigenerazione umana).
Queste le dieci città che sono state nominate e che già si impegnano a organizzare e offrire un ampio calendario di attività culturali e ricreative per l’anno 2022, un domani non troppo lontano che si vuole immaginare all’insegna della cultura e dei colori. Tutti i colori. L’azzurro lacustre di Verbania, il giallo delle rocce di Procida e il bianco delle saline di Trapani punteggiato dal rosa dei suoi fenicotteri. Solo per citare qualche esempio.
La cultura è identità ed è nostro dovere preservarla, anche nei momenti in cui sembra non costituire una priorità; proprio in quei momenti potrebbe rappresentare una possibile salvezza, così come suggeriva il buon vecchio principe Miškin.