Intervenendo nel corso dell’incontro “Borghi, comunità e territori” organizzato dalla Fondazione Symbola il ministro della Cultura Dario Franceschini ha dichiarato che “investire sui borghi oggi non è più un’esigenza per chi ci vive, ma un’esigenza economica e una grandissima opportunità per il Paese. I borghi sono una grande risorsa economica per il paese, per uno sviluppo sostenibile ed intelligente”.
Il ministro ha ribadito la continuità degli interventi governativi in tal senso: “In questi anni abbiamo lavorato in questa direzione, come con gli investimenti su cammini, sulle ferrovie storiche, sulle case cantoniere o sull’edilizia rurale, tutte iniziative finalizzate a questo obiettivo”.
A proposito del Recovery, Franceschini si è soffermato sul miliardo di euro riservato ai borghi, cifra che evidenzia il ruolo strategico dell’investimento. Per questo, ha proseguito il ministro, “Noi abbiamo il dovere di indicare una strada: se distribuissimo il miliardo su 5000 comuni, il tipo di intervento sarebbe ‘a pioggia’ ma non resterebbe un’inversione di tendenza”. Franceschini ha poi parlato dell’importanza di individuare modelli e prototipi efficaci e replicabili degli interventi di ripopolamento attraverso la costruzione di una “vocazione” per borghi piccoli e disabitati. “Ogni Regione individuerà quindi un borgo – molto piccolo e quasi completamente disabitato – attorno al quale costruire una vocazione e impiegare le risorse per intervenire sul patrimonio pubblico e privato che indirizzino su quella vocazione prevalente del borgo e che porti a ripopolarlo: può essere un hotel diffuso, può essere il centro ricerca di una grande università, può essere una Rsa. Se funziona, se il borgo viene ripopolato, può diventare un modello per il resto, anche per altri interventi legislativi”.
Ripopolare e combattere la desertificazione dei borghi è oggi, ha concluso il ministro, un’esigenza e una grande opportunità, anche in termini di economia del Paese: “Il turismo che tornerà imponente in Italia appena l’epidemia sarà finita, tornerà con gli stessi problemi di prima: l’esigenza di distribuire è un’esigenza assoluta per decongestionare una parte del paese e questo coincide anche con il fatto che il turismo negli anni si trasformerà in un turismo di natura esperienziale”.