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Parlamento Europeo: Roberta Metsola è la nuova Presidente

Roberta Metsola, con 458 voti, è stata nominata Presidente del Parlamento Europeo. È la più giovane Presidente di sempre, eletta il giorno del suo quarantatreesimo compleanno. Terza donna a ricoprire tale carica dopo Simone Veil e Nicole Fontaine.

La sua storia professionale, ma anche privata, è una storia molto europea. Classe 1979, formazione giuridica, appassionata di politica fin da giovane, dal Partito nazionalista maltese, affiliato al Ppe, è divenuta eurodeputata nel 2013.

La maltese ha collezionato, oltre ai voti del suo partito, quelli dei Socialisti e Liberali, assieme al consenso di Conservatori e Riformisti. La maggioranza Ursula ha lasciato spazio ad una maggioranza ancor più vasta, inclusiva anche nei confronti dei sovranisti che ora hanno guadagnato un posto al tavolo delle decisioni.

In questa inedita sfida per la leadership europea, tutta al femminile, i Verdi e il gruppo della sinistra Gue hanno incassato qualche consenso in più rispetto al numero di eletti dei loro gruppi, un segno di dissenso che non è stato però sufficiente per proclamare vittoria.

Pur essendo rappresentante del Partito popolare europeo, Metsola ha lavorato nella Commissione Libertà Civili anche su tematiche più vicine all’ala sinistra del Parlamento, scrivendo report sulla redistribuzione dei richiedenti asilo e contro l’omofobia e discriminazioni di genere.

Alcune sue posizioni, in particolare quelle antiabortiste, sembravano ostacolare, almeno in un primo momento, la sua elezione. Tuttavia, Metsola ha dichiarato di voler pienamente rimettersi alle decisioni del Parlamento, affermando che le sue posizioni sui diversi temi, aborto compreso, saranno quelle dell’Aula.

È decisa l’intenzione di perseguire l’impegno del suo precursore, Sassoli, sempre attento al dialogo e alla cooperazione; “voglio rafforzare la cultura del dibattito” ha infatti affermato la neo eletta.

Ascoltando il suo discorso di insediamento, si odono parole carismatiche e di profondo rispetto per le istituzioni europee. La Metsola ha ribadito che, al giorno d’oggi, vi sono pressioni che inducono gli Stati europei a erigere muri e costruire nuovi confini, annullando la freedom zone europea, così da lei denominato lo spazio Schengen nel suo spot elettorale.

“Coloro che cercano di distruggere l’Europa sappiano che questo Parlamento la difenderà (…) per coloro che minacciano lo stato di diritto sappiano che non indeboliranno l’unità di questo Parlamento” – è una Europa forte, pragmatica, quella delineata da queste parole.

E ancora, la maltese cita Adenauer, toccando poi i più disparati argomenti: dalla tutela delle minoranze alle crisi che imperversano negli estremi confini ucraini e bielorussi, fino al green deal, definito come “un’occasione per l’Europa per reinventarsi”.

Altra tematica affrontata dalla Presidente, è la disinformazione. Fortemente posta in risalto dalla crisi pandemica, essa è un male che ha alimentato isolazionismo e nazionalismo, due false illusioni agli antipodi di ciò che è la vera anima europea. È nella celebrazione delle differenze, e nell’armonia e nell’inclusione, che va cercato lo spirito d’Europa.

Sarà così? Alcuni temono che, dietro queste buone intenzioni, si celi l’impossibilità di ottenere fatti concreti – dubbio dovuto soprattutto alla presenza di elementi sovranisti nella nuova coalizione. Avranno realmente le forze progressiste meno potere decisionale? Vi saranno derive nazionalistiche in Parlamento?

Sicuramente un cambiamento nella scena politica è avvenuto, il precedente equilibrio si ritrova ora decentrato, con un fronte europeista più debole nella contrattazione. Eppure, la linea dettata dal primo discorso di Metsola da Presidente sembra voler mantenere determinante il ruolo dell’Europarlamento, presentando un’Europa unita che non si lascia scalfire da egoismi e manie di protagonismo degli Stati membri. Noi ci auguriamo che sia così. Buon lavoro Presidente.

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