La mano sulla coscia, diciamolo senza infingimenti, è la dimensione del maschio. Se poi la coscia è nuda ancora meglio. Aggiungi una spalmata di Calabria terra selvaggia, ferma ad un immaginario anni 50, una cornice oleografica del nulla. Ecco confezionati sei minuti di inutile spot per le agenzie di viaggio che ora possono catapultare turisti in Calabria. Perché solo con la catapulta possono arrivare, ché le strade fanno schifo, l’alta velocità non arriva, gli aeroporti scarseggiano e i porti stanno solo nei “volani di sviluppo” delle campagne elettorali. Pare anche che sia fatto con soldi pubblici. La speranza è che Muccino abbia realizzato una cosa così banale proprio per accendere i riflettori su quello che non si vede. La verità è che in Calabria c’è molto di più e molto di meno. Ci sono sindaci che si impegnano a rendere migliori le loro città, aziende che provano a vivere, insegnanti che fanno il loro lavoro con passione e si potrebbe continuare l’elenco. Muccino avrebbe dovuto fare vedere anche il mare sporco che troviamo d’estate, quando rientriamo nella nostra bella Calabria. Oppure le eterne incompiute dei nostri panorami. Ma è giusto così, lo dico da emigrato, la Calabria non esiste. Esiste il sogno, ma un sogno pilotato.
La Calabria non esiste. Esiste il sogno, ma un sogno pilotato
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