Partenopeo compagno di scritture,
mi piace il tuo rimare ed il tuo acume;
tu scali del poetare vette ed alture,
di rime e versi da lì scende un fiume.
Pur io voglio partecipare al gioco,
di dir che l’intelletto del Vittorio
è infeltrito, ma che dico!, è poco,
è di chi va rinchiuso in sanatorio.
Ridotti come siamo in quarantena,
facciamo di necessità virtù,
rimiamo ad ogni pranzo e di ogni cena,
che se un bel giorno non ci sarà più,
quel tuo collega che fa proprio pena,
festeggeremo con un bel ragù!
Colpito dalla scrittura poetica del valente Massimo Perrino e adirato a motivo delle ennesime sciocchezze dello scribacchino bergamasco, ho accettato l’invito di questo giovane e vivace rotocalco a fuggir dall’eremo almeno virtualmente. Poeticamente vostro, Francesco De Fossis.