di Fabrizio Valerio Bonanni Saraceno
In questi 3 mesi drammatici di crisi sanitaria ed economica, causata dal Covid-19, abbiamo visto il Presidente del Consiglio inventare una nuova fonte del Diritto, ossia la Legge di delega governativa al Presidente del Consiglio dei Ministri, che ha rotto ogni equilibrio ed ogni garanzia costituzionale, surrogando la Legge di delega parlamentare al Governo, prevista dalla Costituzione con precisi limiti sostanziali e temporali.
L’Italia è una Repubblica parlamentare, il Parlamento esercita il potere legislativo, in quanto rappresentante del popolo. Il Parlamento delega al Governo i compiti e ne definisce sia i poteri e i modi d’esercizio sia i loro limiti temporali. Tale funzione non può essere esercitata dal Presidente del Consiglio, che in modo autonomo e quindi arbitrario si attribuisce poteri straordinari, per giunta senza alcun vincolo sostanziale e di tempo.
La Costituzione italiana prevede un’unica ipotesi di stato di emergenza (lo Stato di Guerra, ex art. 78 Cost.) e dispone che siano le Assemblee rappresentative a deciderlo e che, una volta decretato e poi dichiarato dal Presidente della Repubblica, sia sempre il Parlamento a conferire al Governo i necessari poteri e a controllarne l’operato. Di più. Secondo la legge del 1978 sul Servizio Sanitario Nazionale, è di competenza del ministro della Salute e non del Presidente del Consiglio, emettere provvedimenti in caso di crisi sanitaria.
Conte rischia l’imputazione di attentato alla Costituzione, un grave reato penale (ex art. 283 c.p.) che genera effetti giuridici di natura civilistica. L’opposizione sarebbe dovuta essere intransigente nell’ostacolare la violazione della Costituzione da parte del Governo, con atti efficaci, a cominciare da quello di indurre il Presidente della Repubblica a intervenire per impedire che venissero promulgati Dpcm incostituzionali. Avrebbe dovuto esigere che Conte ricevesse questi poteri straordinari per delega del Parlamento e non per delega del Governo, ovvero avrebbe dovuto esigere, sempre secondo quanto prevede la Costituzione della nostra Repubblica Parlamentare, che Conte non esautorasse le funzioni legislative e di controllo del Parlamento. L’opposizione non ha esercitato questa funzione, ma si è limitata a rivendicare al Presidente della Repubblica e ai media una partecipazione nelle decisioni del Governo per la gestione di questa crisi sanitaria ed economica, che ovviamente non c’è stata.