Dalle due alle tre mi sono rigirata fra le lenzuola sperando che il sonno ritornasse. Sono ricorsa ai classici tentativi di conciliarlo. Ho contato pecore, mucche, tori, ma gli unici numeri che registravo erano quelli dei positivi, dei morti, dei degenti in terapia intensiva. Ho cercato visioni serene, ma l’unica visione era quella del bitorzoluto Coronavirus. Ho provato il “respiro consapevole” secondo il diktat della mia amica buddista, ma l’immediata…