Un semestre a guida tedesca e proprio nel momento più cruciale della storia europea. La Germania, infatti, prende il testimone della presidenza del Consiglio UE alla vigilia di uno dei passaggi vitali per la stessa sopravvivenza dell’Unione, dopo la peggiore crisi di sempre. Un passaggio in cui è netto ed esplicito l’allineamento tra valori e interessi strategici.
Approvare il pacchetto di ripresa e garantire che nessuno rimanga indietro è al tempo stesso un obbligo – per una comunità che voglia essere tale – e una necessità – per un mercato in cui catene del valore altamente integrate, non possono sopportare eccessive divergenze economiche tra Paesi. È la stessa coincidenza tra valori e interessi ad indicare anche il cammino verso un’Europa più verde e più digitale; ambiti, soprattutto il secondo, in cui l’escalation tra Stati Uniti e Cina non fa più soltanto da sfondo, ma rende impossibile rimandare l’emergere di una sovranità europea.
Il caso ha voluto, dunque, che nei prossimi sei mesi questi dossier così cruciali fossero nelle mani del più grande Stato europeo, la Germania, e del suo leader più longevo, Angela Merkel, Cancelliera da quindici anni. Una contingenza che fino a poco fa, vista la reputazione di egemone riluttante dei teutonici, sarebbe stata accolta con freddezza. Il Covid, però, rappresenta uno spartiacque anche in questo. La Cancelliera, insieme al Presidente francese, ha compiuto decisivi passi in avanti verso una maggiore integrazione, a partire dal superamento del tabù tedesco della condivisione del debito.
In un anno così funesto, almeno il semestre di presidenza sembra nascere sotto una buona stella. Sebbene in tempi normali non sia un aspetto così rilevante della vita comunitaria, in un momento del genere diventa dirimente. Spetta, infatti, a chi è in carica fissare l’agenda, scegliendo a quali dossier dare priorità e, soprattutto, fare da mediatore nelle complicate negoziazioni tra Stati membri e tra questi e le istituzioni comunitarie. Qui, anche i rapporti personali sono fondamentali per raggiungere compromessi. Proprio per questo, per il suo ruolo e per la sua storia politica, Merkel può essere la persona giusta al posto giusto, nel momento giusto.
La Cancelliera avrà quindi la responsabilità di traghettare l’Unione verso una nuova fase dell’integrazione, da cui emergerà un’Europa necessariamente diversa da quella del pre-Covid. Da escludere un ritorno al mondo di ieri: o saremo in grado di far prevalere l’unità sulla disgregazione, con una visione che faccia coincidere valori e interessi in ogni ambito strategico, oppure ci muoveremo verso un’inesorabile marginalità geopolitica.
Berlino – con il supporto di Parigi – avrà l’onere e l’onore di far sì che sia il primo scenario a prevalere. E noi? Da questa crisi si plasmerà il nostro futuro e non possiamo permetterci di fare da spettatori, distratti da dibattiti sterili, come quello sul MES. Per l’Italia, come per l’Europa, è arrivato il momento di diventare adulti.