Non si può dire assembramento, siamo distanziate, all’aperto, e solo in tre. Abbiamo ordinato tè, Earl Grey, Frutti di bosco, un semplice verde e qualche mignon. Stiamo amichevolmente chiacchierando e inevitabilmente – non ci vedevamo da un bel po’ – raccontandoci le ultime di tutte le altre amiche, naturalmente quelle che non sono presenti. Insieme ai fatti stiamo riportando confidenze, sentiti dire, supposizioni. Stiamo commentando qualche sottinteso. Stiamo facendo qualche risatina con la mano sulla bocca. Ci stiamo sorprendendo, meravigliando, sbalordendo. Non dirmi… Non è possibile… Chi l’avrebbe mai immaginato… Non posso crederci. E invece ci crediamo, eccome, anzi ce l’aspettavamo da Donatella, e in fondo in fondo se lo merita se…
Dite che stiamo spettegolando?
Naturalmente tutte e tre vi risponderemmo No, e il bello è che ne siamo convinte. Ma se per eccesso di pignoleria dovessimo ammettere che sì, forse un poco ci stiamo lasciando andare al pettegolezzo, facciamolo a cuor leggero, anzi facciamolo per dovere verso noi stessi e gli altri.
Spettegolare infatti fa bene alla nostra salute, al nostro umore. Ci allunga la vita e ce l’arricchisce di relazioni più intime. E questo per quanto riguarda noi. Mentre i soggetti, i prescelti, i selezionati dei nostri pettegolezzi, ci dovrebbero ringraziare perché li mettiamo al centro dell’attenzione (cosa non si farebbe per dieci minuti di celebrità a prescindere?) e in compagnia di Oscar Wilde che affermava “C’è solo una cosa peggiore dell’essere vittima di pettegolezzi. Ed è non essere vittima di pettegolezzi”.
Dopo avere parlato male dei vicini, degli amici , ma soprattutto dei colleghi di lavoro perché in questo caso l’ossiticina raggiunge livelli decisamente superiori e provoca quindi benefici incalcolabili al nostro organismo, proclamiamo con serenità che stiamo solo mettendo in pratica gli studi di eccellenti scuole universitarie: Boston, Harvard, Columbia Business School di New York, Hebrew University di Gerusalemme, Oxford, e per non essere da meno a nessuno Università di Pavia. Professoroni titolati insieme ai loro studenti e a moltitudini di volontari che si prestano a eseguire test con conseguente analisi di saliva, ritmo cardiaco, stati di stress e di ansia, livelli di ossiticina nel sangue, impiegano le loro ore preziose per farci stare meglio, per rassicurarci una volta per tutte che essere virtuosi e mantenere segreti ha un elevato costo emotivo e fisico ( Scienziati Columbia Business School New York). Bisogna spifferare e in fretta. E qui c’è una piccola sorpresa, se le donne impiegano mediamente 3 ore e trenta minuti per svelare una confidenza, il 50% dei maschi lo fa in pochi minuti. C’è da dire che un considerevole aiuto a questo riguardo lo forniscono i social network.
Spettegolando inoltre mostriamo a tutti che abbiamo fatto tesoro dell’evoluzione del linguaggio attraverso i millenni, è infatti proprio questa raffinata conquista, lo sostiene Yuval Noah Harari professore di storia, che ci rende abili al gossip “tanto da sembrare che il linguaggio si sia evoluto per questo proposito”. E io che pensavo fosse merito della letteratura.
Ultimo vantaggio di essere messi al corrente di un pettegolezzo o gossip o inciucio è che funziona da cura preventiva: ci mette in guardia sul nostro prossimo (nel caso avessimo a che fare proprio con quella persona), lo sostiene autorevolmente un articolo della rivista Scienze di Boston e più patriotticamente Giulio Andreotti “A parlar male degli altri si fa peccato, ma spesso si indovina”.
E se proprio siete intenzionati a prendervi cura della vostra salute sappiate che oltre allo spettegolare abbiamo a disposizione almeno altre otto cattive abitudini che sono una vera terapia per il nostro benessere: non resistere alle tentazioni, perdere la calma, cedere al cibo, bere caffè e, questa potete iniziarla da stasera, saltare la doccia.
Si preannuncia veramente un nuovo mondo.
Vi chiederete a questo punto da dove mi viene tanta erudizione sul tema e quali approfonditi studi vi suggerirò. Ve lo dico in un orecchio: basta fare un giro in Rete, ma mi raccomando non lo dite a nessuno.Patologia: sindrome della portinaia. Terapia: mi hanno confidato, in segreto, che i manuali di psicologia non valgono niente, piuttosto navigare in Rete. Ma naturalmente lo dico solo a voi. Sono certa che non andrete in giro a spifferarlo.