Non sono le cinque. A quell’ora fa ancora troppo caldo e sulla spiaggia ci sono perlopiù giovani, che per loro la giornata è cominciata solo da una manciata di ore. Noi signore, in questa strana estate in numero esiguo e piuttosto distanziate, ci ritroviamo un po’ prima delle sette, in tempo per un tè e un tramonto.
Ci stendiamo su sdraio e lettini e Laura che non si arrende all’età, su un telo. Il bagno non l’abbiamo fatto – che di pomeriggio quando si esce dall’acqua non si fa in tempo ad asciugarsi e se i capelli restano bagnati è in agguato la cervicale – o se l’abbiamo fatto è stato un entrare ed uscire dal mare, badando bene a tenere la testa fuori dalle onde, che se non è la cervicale è la tinta che con l’acqua salata fa male. Indossiamo sui nostri costumi parei, sulla nostra pelle un abbondante strato di crema, sugli occhi gli occhiali e sulla testa qualcuna un cappello. Tutto sommato così corazzate riusciamo a camuffare rotolini e rotoloni, smagliature e rughe, cedimenti vari. Davanti a noi sfilano ridottissimi bikini, capelli gocciolanti, gambe e braccia – ah, le braccia – sode, abbronzature totali e perfette.
Stavamo dicendo? Che questo tè freddo è buono. Buono? Direi appena passabile, giusto qualcosa di fresco. Come la fai lunga tu con il tè, se non lo hai preparato tu non va mai bene. Sei proprio fanatica. Guarda non rispondo alle tue provocazioni solo in memoria di cinquanta anni di amicizia. Cinquanta anni. Restiamo tutte per un attimo in silenzio e mi piacerebbe sapere quale pensiero è passato nella mente di ognuna di noi.
Poi la voce conciliante di Carla – e quante volte quello stesso tono è servito a smussare una incomprensione, a riappacificare un litigio, a fugare un rancore – e la sua risata. E dai, esibisciti nella tua lezione preferita: come fare un buon tè. Ad appannaggio vostro non mio, che io l’ho sentita mille volte. Peccato che non riesci ad apprendere e comunque la preparazione di un tè freddo ha poco a che fare con quella del tè caldo. Non basta preparare un tè e metterlo in frigo. Sbagliatissimo. Bisogna mettere del buon tè in una teiera di vetro e versarvi adagio della buona acqua a temperatura ambiente. L’infusione naturalmente è lunga, da una a tre ore, solo allora si può filtrare e mettere in frigo. Se poi la caraffa la tenete su un davanzale al sole durante il tempo di riposo, il gusto è più intenso. Ora ve la do io una ricetta sicura: fate un tè con una normale bustina e lo versate in un bicchiere pieno a metà di ghiaccio. Ve lo avevo detto che è irrecuperabile sospiro.
Intanto i bikini, i capelli gocciolanti, le gambe e le braccia sode, le abbronzature totali continuano a sfilare accompagnate da boxer o slip più o meno ridotti; si agitano, si infilano in barche con balzi agili, si tuffano con disinvoltura, sfrecciano su moto d’acqua, si intravvedono sugli sci a largo, nuotano senza sforzo o stanno semplicemente al sole. Noi stiamo un po’ al sole un po’ all’ombra, ci bagniamo, beviamo tè, chiacchieriamo, leggiamo.
Tu che stai leggendo? L’hai finito Cambiare l’acqua ai fiori? Io d’estate solo thriller. Io preferisco rileggere i classici. Quelli che non si leggono ma si rileggono? Io mi dedico alla saggistica, l’avete letto l’ultimo di Vito Mancuso? Non mi parlate di libri. Sotto l’ombrellone solo ed esclusivamente cruciverba e riviste di gossip. Non vi perdete…
Due ragazze sul bagnasciuga si sfidano a colpi di centimetri di bikini, di capelli traslucidi, di pance incavate, di gambe chilometriche, di seni imprevedibili su tanta magrezza. Quanta fatica!
Noi osserviamo e sospiriamo.
Di soddisfazione: abbiamo già dato. Con le sfide (in amore carriera figli, vinte o perse) abbiamo imparato comunque a fare i conti. I nostri anni ci appaiono in questo momento rassicuranti, protettivi come i nostri pareo.
Patologia: sindrome di prova-costume
Terapia: Tè freddo (più o meno regolamentare), bestseller estivi, rotocalchi con dosi massicce di gossip. Il tutto perentoriamente al tramonto.