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Dalla Montagna si vede il Mare

L’estate 2020, l’anno dei confini forzati, della paura, dell’impossibilità fisica di viaggiare ha fortuitamente stimolato tutti e cinque i sensi e acuito le capacità creative, permettendo viaggi in luoghi ancestrali risvegliati da voci, suoni e visioni da ogni parte del mondo. “Il Duca e Il Ciclope – Dalla Montagna si vede il Mare”, festival multidisciplinare, tenutosi a Bronte presso il Castello di Nelson e organizzato dall’associazione Areasud è stato uno di questi. Un viaggio, dalla pietra lavica dell’Etna fino ad arrivare al sale del Mediterraneo, passando per l’Iran, la Grecia, le coste calabresi, attraverso occhi e vibrazioni del pubblico e dei protagonisti del festival. Da oriente a occidente, suoni originati mai dal solo strumento o dall’artista ma da tutto ciò che lo circonda, aria, terra e spirito; musicisti itineranti, marranzani, zampogne e percussioni che risuonano durante il tramonto alla Corte di Nelson; balli, in cui il danzatore si trasforma in attore e musicista, con mani, gambe e piedi a dar vita a un vero e proprio linguaggio fatto di onomatopee; racconti, poesie e leggende spiegate, recitate e animate; immagini, esposte all’interno del granaio del Castello, allegoriche, espressive, sincronizzate con tutti gli elementi naturali dell’Etna.
Un Festival nascosto in uno dei luoghi più affascinanti della Sicilia, dalla cui montagna si vede il mare ma non solo: si ascoltano venti, marranzani, zampogne e violonceli, si respira, si danza, si torna a casa e si ricomincia.

Fotografie di Emanuele Raco e Rosalba Venticinque

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