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Festa della memoria

È passata l’ora canonica del tè, ma mi dico che ogni ora è buona per una buona tazza di tè. È passato anche Natale con tutte le feste correlate e anche il mio compleanno, ma mi dico che ogni giorno è buono per un tè speciale e pertanto verso in abbondanza le profumate foglie del Cristmas Spice. Che bontà! e quanto evocativo. Mi assale tutta intera la memoria della famiglia riunita, se pure non quest’anno, per le vigilie di Natale. E’ sull’onda di questa nostalgia  che apro su WhatsApp la pagina destinata al gruppo-famiglia: Familias! 

Familias! ha sostituito i diari della mia adolescenza. Non cancello nulla e ogni tanto vado indietro a rileggere e riguardare.  

La pagina di oggi si apre con una poesia scritta da Adele, quinta elementare, per il Giorno della memoria. Il componimento è di quattro quartine in rima baciata. Il titolo è La festa della memoria. Ha ragione Adi, è comunque una festa, più che un giorno, quando un popolo ricorda. Cari Ebrei che siete lassù/ spero che abbiate una vita migliore di quaggiù/ Tutti voi siete stati massacrati/ma da noi verrete sempre ricordati. Brava Adele, ricordare, meditare su quanto è stato, progettare un mondo migliore per non commettere gli stessi errori o magari anche peggiori, (per restare nella rima baciata).

Mi commuovo, si sa i vecchi si commuovono facilmente, al pensiero di Adi china sul foglio con la mente piena di pensieri e il cuore che muove la penna nel tentativo di rendere comunque giustizia, magari lassù, a quel diritto alla felicità che è di ogni uomo. Vorrei poterle raccontare ancora che gli orchi vivono solo nelle fiabe e non hanno il volto del vicino. Vorrei poterla proteggere dall’uomo della pietra e della fionda che allora come ancora, come sempre, come uccisero i padri non rinnega lo sterminio. E sì, il mezzo più efficace che abbiamo è la memoria, anzi la festa della memoria. 

Scrivo subito un breve ma indicativo messaggio – Bellissima! Brava Adil!- che si legge  ufficialmente come un complimento  e  in linguaggio  criptico  suona: Avviso per tutta la famiglia: leggete la poesia di Adele e regolatevi di conseguenza con modalità appropriate e personali. A questo punto la “Familias” non può accampare scuse e dimenticanze. Tutti, ad eccezione di  Stano che – pur essendo membro effettivo della famiglia nella qualità di figlio, fratello, zio, e membro storico del gruppo Familias – non partecipa, non commenta e ha elaborato, sorretto dalle sue competenze informatiche, una strategia per non lasciare alcuna traccia di sé nella rete social che riguarda i suoi consanguinei. 

Seguono selfie  dei più giovani. Appaiono faccine perplesse (da quando Adi si è convertita alla poesia?) o ripetute mani plaudenti, o pollici in alto o corone di alloro. Poi la comunicazione si sposta verso il prosieguo della giornata e delle attività di tutta la Familias. Compaiono foto di Zip che sperimenta i suoi primi pericolosi lavoretti con martello e chiodi – martello vero, Nonna – di Adele in primo piano con in testa una gigantesca cacchina-emoticon sorridente (suo fratello Vincenzo non è evidentemente cultore dell’Ars poetica che sta studiando con la Dad), di un rosso cuore che pulsa da parte di Lulli alla cugi Adi, dell’orto sul  balcone di Annalisa che in confronto il bosco verticale di Boeri è solo un’inezia, di improbabili video sulla Juve che Luigi condivide non si sa bene con chi, di sontuosi palazzi barocchi lungo la passeggiata in solitaria per Catania (e per non impazzire) di Maurizio e poi, all’una un essenziale: La maestra mi ha dato 10 con lode per la poesia, seguito da “Che poesia?” con tanto di selfie di Emanuele che si è appena alzato e sta facendo colazione, un brunch direi vista l’ora.  

A parte Emanuele, non ci sono altre immediate reazioni al successo di Adele. La giornata familiare è infatti andata avanti e si è spostata su altri interessi. Le cuginette sono  prese dalle Lol che sono arrivate via Amazon, la generazione precedente è impegnata in attività ordinarie e straordinarie, Roberta sta scolando la pasta e io sto per pranzare in compagnia di Zanchini con le su Quante Storie. Stano tace e questo, nel suo criptico linguaggio, vuol dire che tutto è a posto.

Improvvisamente la suoneria di WhatsApp scuote contemporaneamente il gruppo familiare di Familias! Eccola ritratta in tutta la sua gloria: quaderno in mano, 10 e lode in bellavista e aria soddisfatta. La reazione è immediata e varia: messaggi, faccine, emoji, marce trionfali. Ma l’eccezionale importanza dell’evento si riassume tutta nel Wow di Stano. 
 
Patologia: tendenza alla dimenticanza 
Terapia: il tè è stato già detto, quello delle feste, il libro, quello di Liliana Segre: Fino a quando la mia stella brillerà. Lo regaleremo ad Adele perché sappia di quella bianca signora che si sente nonna di tutti i bambini e a loro vuole passare il testimone del ricordo, a tutti noi, giovani e vecchi, perché attraverso la pace e il superamento dell’odio sappiamo, come lei, scegliere la vita e diventare liberi.   

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