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Il peso della farfalla

Un pomeriggio come tanti di un giorno come tanti. Mi preparo un tè quasi senza pensarci. Prendo senza scegliere la prima lattina nello scaffale. È una miscela di tè cinesi a foglia grande e olio di bergamotto che libera un profumo intenso e un gusto delicato. È adatto ad essere bevuto sia in occasioni ordinarie sia in occasioni straordinarie. Il nome lo prende dal secondo conte di Grey, Charles, che ricevette in dono questo tè da un Mandarino cinese a cui, un giorno come tanti, casualmente, ma coraggiosamente aveva salvato la vita. Sorseggio il mio tè mentre sfoglio Il peso della farfalla, già letto a suo tempo, di Erri De Luca.

Rileggere?

Uno scaffale della mia libreria è occupato dai libri da rileggere. Ritornare sulle pagine sospese tra il ricordo e la dimenticanza. Procedere sul sicuro. È certo che non mi pentirò o annoierò o disapproverò. Intraprendere il sentiero conosciuto, privo di imprevisti, rassicurante. Conoscere la meta.

O scegliere un libro intonso e con esso l’avventura, il rischio, la sorpresa, l’incerto? La speranza. Vivere di passato o di futuro?

Forse non c’è poi tanta differenza tra il certo e l’incerto, tra il quotidiano e l’eccezione, tra la sequela e la rottura del tempo. Tra leggere e rileggere. Non siamo gli stessi quando riapriamo un libro letto. Non rileggeremo lo stesso libro. Prima e meglio di me qualcuno ha detto che non ci si bagna due volte nello stesso fiume.

Il peso della farfalla, dunque.
Quanto pesa una farfalla? Può il peso di una farfalla essere determinante per la vita o per la morte di un uomo? Sì. Se quella farfalla è bianca, se sta, dalla primavera all’inverno, sul corno sinistro del re dei camosci a sigillarne la forza, la supremazia, la regalità.

La storia comincia in un mattino di novembre come tanti. (Tanti?) Ma il camoscio si svegliò stanco e seppe che quella era l’ultima stagione. Anche l’uomo si alzò e seppe di rasentare il termine. Era quello, nel tempo, il giorno fatale. Il re dei camosci lo intuì perché gli animali conoscono il presente e lo assoggettano. L’uomo no. L’uomo pensa al futuro che sempre gli sfugge, che mai è prevedibile. In quel giorno perfetto, all’uomo sembrò di essere il padrone degli eventi, ma non aveva calcolato il peso di piuma della farfalla bianca.

Raccontiamoci con questo tè e con questo libro, il quotidiano dei giorni: la necessità di mettere in fila ventiquattro ore; di ritrovare ogni mattina, nella lista del vivere, azioni e pensieri ripetitivi e sempre uguali; di compiere con piccola fedeltà il nostro dovere; di essere consapevoli di stare scrivendo una irrilevante storia. Ma raccontiamoci anche che questa occasione unica che è la vita è fatta di tempo e che il tempo si coniuga in giorni che nell’immediato appaiono ordinari, salvo a renderci conto più tardi di quanto fossero straordinari.

Raccontiamoci anche che le ventiquattro ore possono saltare ed esplodere in un evento inatteso. Che la lista delle consuetudini si può, ad un certo punto, spezzare con un’idea eccentrica, con un atto imprevisto. Che essere fedeli nel piccolo porta ad essere fedeli nel grande. Che senza di noi, senza la nostra irrilevante storia, non ci sarebbe Storia. Piccoli grandi uomini siamo, piccole grandi vite sono le nostre vite.

Forse siamo il re dei camosci e non lo sappiamo, o lo sappiamo e non ci importa. Forse ad ognuno di noi è già toccato, o toccherà nell’imprevedibile futuro, incontrare, in un giorno come tanti, quel camoscio. Sarà questione del caso, della fatalità, della scienza, di dio (ognuno metta la maiuscola dove crede) . Certo, quel che conta è che quel preciso giorno ci trovi con i bagagli pronti di ordinario e straordinario coraggio di vivere.

Patologia: forme di lieve confusione temporale
Terapia: naturalmente un buon tè Earl Grey, sia il nostro un giorno ordinario o straordinario.
Libro: Il peso della farfalla di Erri De Luca, da leggere sfogliando le pagine con leggerezza, soffermandosi su passi, vocaboli, silenzi, quasi come un volare di farfalla.

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