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Quant’è dura prenderci sul serio

Provo a sgombrare il campo da un perdurante equivoco: sulla necessità di emettere obbligazioni per finanziare il riavvio della macchina economica, in Europa oramai si concorda. Il punto è: chi garantisce che i soldi così raccolti vengano poi restituiti? Chi ne ha abbastanza in cassa da poter fare da garante?

La Bei può contare su circa 200 miliardi, il piano Sure ne mette a disposizione 100 da utilizzare però per la sola cassa integrazione dei lavoratori europei, e sul Mes si può contare per un totale di 410 miliardi, ma solo a fini sanitari. Di qui l’idea di costruire un Recovery fund, un fondo straordinario per la ripresa economica garantito dal bilancio dell’Unione. In questo modo il debito contratto per la ripresa sarà in qualche modo mutualizzato, ossia condiviso, tra i Paesi dell’Unione.

Proprio questo è il cuore del problema politico che il Consiglio europeo affronterà giorno 23 aprile: condividere un debito significa che se il primo di (poniamo) due debitori non paga la propria parte, tocca al secondo pagare per entrambi. Questo è ciò che i Paesi del Nord dell’Europa, Olanda in testa, temono: che i Paesi del Sud, Italia in testa, non paghino la propria parte una volta che i denari raccolti siano stati ormai spesi.

E lo spettacolo di giorno 17 certo non migliora la nostra immagine in Europa. I partiti italiani si sono presentati in ordine ben più che sparso al Parlamento europeo. Hanno votato chi a favore, chi contro, e qualcuno si è perfino occasionalmente astenuto, su tutte le misure oggetto di voto: Mes, Sure, Recovery Fund ed Eurobond. La Lega ha perfino contribuito a bocciare questi ultimi, che poi costituivano l’unico strumento considerato accettabile fino al giorno prima. Sul punto pare si sia poi, la Lega, a sua volta divisa al proprio interno.

E senza, per carità, che tutte queste spaccature abbiano seguito una qualche disciplina: si sono spaccate in maniera equanime tanto la maggioranza quanto l’opposizione. E tutte su parole d’ordine vuote di significato. Una su tutte: “no al Mes” ha dichiarato a più riprese il Movimento 5 stelle. No, cioè, a 37 miliardi da usare, senza condizioni e ad interessi risibili, per ogni necessità sanitaria legata alla pandemia.

Con queste premesse, come fa un olandese a prenderci sul serio? Noi italiani, intendo. Di maggioranza, di opposizione, astenuti o assenti.

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