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Quattro chiacchiere improbabili

Ho conosciuto un uomo più strano di me! Una di quelle persone che ti viene voglia di saperne di più, che sono interessanti ce l’hanno scritto in faccia, la stessa che lui, ironicamente essendo cieco dall’età di quindici anni, dice di vedere riflessa ogni mattina sullo specchio. Io credo che quei quindici anni di vista abbiano fatto la differenza, perché un conto, è non aver mai avuto la possibilità di guardare, osservare, scrutare, fissare indelebilmente nella memoria le forme della natura (minne comprese), un conto è ricordarle.

Felice ricorda bene, e se non ricorda rinverdisce la memoria toccando accuratamente, esplorando “tattilmente” perché lui (uomo fortunato!) per conoscere deve toccare. Da qualche parte in una stalla c’è ancora una mucca che non lo ha dimenticato! Proprio lui mi ha raccontato che anni fa dovette andare in una stalla, per poterne toccare una, e ci rimase per due giorni, prima di riuscire a ricostruirla dentro di sé, per poi scolpirla. Della sua capacità di usare le mani con sapienza, Felice Tagliaferri ne ha fatto un’arte ancor prima che un mestiere, perché di mestieri ne aveva già fatti altri, dal centralinista al fisioterapista, ma non soddisfacevano la sua voglia di sperimentare e, sperimentazione dopo sperimentazione, ha fatto la cosa più complicata che poteva fare, raccontare attraverso il lavoro delle sue mani, attraverso le mani conoscere, con le mani modellare la creta, scolpire il marmo fino a che la forma che modella non si sovrapponga perfettamente all’immagine mentale.

La sua vita è una sfida continua, sfidando chi gli aveva impedito di toccare la celebre scultura del “Cristo velato”, ne ha scolpita una sua versione, il “Cristo svelato”, da conoscere ad occhi chiusi. A bocce ferme, quattro chiacchiere tra me e Felice sarebbero alquanto improbabili: io parlo con gli occhi e lui non mi vede. Potremmo diventare grandi amici. Abbiamo lo stesso modo di sfidare tutto ciò che sarebbe a noi vietato; riusciamo ad essere ironici con noi stessi fino al punto da convincerci di essere belli; se ci abbandonano in una piazza, né io né lui ci muoviamo; con la stessa testardaggine tutti e due siamo sicuri di essere importanti per questo straordinario mondo imperfetto in cui viviamo. A nessuno piace vivere da soli, per fortuna noi abbiamo bisogno di altri imperfetti esseri umani.

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