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L’ironia dell’ultimo viaggio

Ora di pranzo, tutti seduti a tavola, la famiglia al completo, bambini compresi. Piatti fumanti di spaghetti con salsa, melenzane dorate e ricotta salata. Tv accesa per ascoltare le ultime notizie su una nota rete locale, inevitabile passaggio di spot pubblicitari.

Fin qui il solito trantran quotidiano, ma prestando orecchio mi rendo conto, con profondo stupore, che pubblicizzano anche le pompe funebri. Inizialmente penso con sgomento che sia alquanto inopportuno: non siamo abituati a parlare “dell’ultimo viaggio”, la morte ci fa paura, ci mette di fronte all’inevitabile.

Anche se la pandemia ci ha abituati, quotidianamente, ad ascoltare bollettini sui numeri dei decessi tanto tragicamente alti da diventare spersonalizzati, vedere sponsorizzare casse da morto, seduti a tavola, mi sembra tutta un’altra storia.

Pascal, filosofo francese, sostiene che sia “più facile accettare la morte senza pensarci che pensare alla morte”. Invece, con mio grande stupore, mi sono reso conto che la garbata ironia delle parole, dette da due omoni dalla “importante” stazza fisica, creano una situazione da humor inglese che, facendo leva sulla risata in situazioni malinconiche, alleggerisce un momento altrimenti imbarazzante.

Così facendo riescono ad esorcizzare le “paure” che ognuno di noi tenta di fuggire, dando vita a dei dialoghi tanto semplici quanto intelligenti ed inaspettati!

Pensare alle casse da morto, ora mi fa meno paura. Sappiate che i vostri sketch, risuonano nelle mie orecchie anche ore dopo averli ascoltati, suscitandomi un sorriso. Non l’avrei mai detto. Bravi!

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