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La cacciatrice di pregiudizi. Gli statali rubano lo stipendio senza lavorare

I pregiudizi somigliano ai miti, perché mescolano elementi veri – o verosimili – a fantasie. Quello che li differenzia, a mio parere, è che il pregiudizio si forma prima della nostra esperienza reale, mentre il mito ricrea, o meglio rinarra, gli eventi a posteriori. Il pericolo è quando, per pigrizia, per ignoranza, per abitudine, ma più spesso, per educazione ricevuta, sostituiamo con pregiudizi e miti la realtà oggettiva ed esperienziale dei fatti, costringendo persino il nostro sguardo a censurare le prove che smontano questo tipo di mis-conoscenza.

Pregiudizio odierno: i dipendenti statali italiani sono dei fannulloni che si mangiano le nostre tasse, soprattutto nel Sud Italia.

Ho raccolto diversi dati per sfatare questo mito, ma poi ho pensato che sarebbe stato noioso e che ognuno può verificare con un banale clic, dunque ne riporto solo tre, che ho trovato già indicativi.

Il maggior numero di dipendenti statali sul numero di popolazione è nelle regioni a statuto speciale, quindi anche Trentine, Valdostane e Friulane.. profondo sud insomma… la percezione che nelle regioni del centro sud ci siano più statali, afferisce a una realtà ben più triste: il numero di “occupati” statali, rispetto agli occupati in genere, aumenta enormemente rispetto agli occupati non statali del centro-nord. Ma questo è un problema molto più grave, perché mostra una fragilità occupazionale, non l’inefficienza altrui.

I dipendenti pubblici italiani sono circa il 15% della popolazione, ma la media Europea è del 18%. Quindi la “dissipazione” delle tasse italiane per queste figure, è tutta da dimostrare. Un cospicuo quantitativo di segnalazioni per l’inefficienza dei trasporti pubblici (denunce per ritardi, mancata pulizia ecc) in Europa appartiene.. alla Germania, che è arrivata ad avere più di un quarto dei treni (22%) in ritardo conclamato. (fonti: osservatorio CPI, Sole 24ore, Europa today ecc ecc)

Detto questo, è innegabile che a tutti sia capitato un call center disperante (ndr anche di compagnie telefoniche privatissime, ovviamente, non solo per l’anagrafe o l’Inps) o un interlocutore impreparato a uno sportello. La creazione del pregiudizio sta proprio nel ricordare quelle esperienze negative e non metterle in conteggio relativo, rispetto alle decine e decine di occasioni, in cui invece siamo stati “serviti” dallo Stato.

C’era un vigile neofita che non sapeva governare bene un incrocio col semaforo rotto? Sì, ma non abbiamo notato le decine di altri che hanno aiutato in tutti gli incidenti di quella giornata. La maestra di inglese di nostro figlio pronuncia male? Può essere, ma se lui impara le tabelline, la corretta scrittura di parole complesse come “acquiescenza”, o a fare la raccolta differenziata (quasi sempre meglio di noi), vuol dire che ne ha diverse altre che sanno fare il loro mestiere.

Hai incontrato un’infermeria troppo frettolosa al triage? Certo, ma il medico poi ti ha individuato l’appendicite o no? La RAI ha mandato in onda una trasmissione che non incontrava il tuo gusto? Va bene, ma sei sicuro che non siano molte e molte di più le ore della tua vita, in cui hai scelto tu di guardare lì dei programmi? O eri masochista o le centinaia di lavoratori della Rai sono ottimi professionisti.

Ovviamente potrei continuare con i vigili del fuoco che entrano negli edifici pericolanti a proprio rischio, i Carabinieri che recuperano minuziosamente le opere d’arte rubate nei secoli, lo sportellista dell’anagrafe che interagisce con la signora straniera con una pazienza infinita… Direi che sono esempi sufficienti.

Vorrei concludere con due osservazioni: ci sono sacche di inefficienza che andrebbero sanzionate ed estirpate e questo sì è davvero irritante, per cui però i primi ad arrabbiarsi sono proprio i tanti statali che devono coprire il non-fatto di costoro e per cui, in modo generalizzato, sono tutti sanzionati, anche quelli impeccabili, sia per l’associazione fastidiosissima di percezione “sociale” con gli inefficienti, sia proprio economicamente, visto che a tutti, indistintamente dal 2008, è tolta una piccola parte di stipendio durante le malattie, per disincentivare ad assentarsi. A tutti, capite? Anche a chi ha banalmente 39 di febbre.

Infine ricordo che i contratti esistono e sono seri: quando pensate che i docenti, ad esempio, siano “pagati per fare 3 mesi di vacanza”, o che in un tribunale lascino ammuffire le vostre pratiche per pigrizia, dite una colossale cretinata: verificare è sempre il modo migliore di evitarsi figuracce.

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