Oggi, domenica 21 marzo, sarà l’ennesima giornata persa? La più flebile speranza, sarà disillusa? State tranquilli, non sono in preda ad una crisi esistenziale, me ne guardo bene, il mio è solo lo sconforto di un tifoso affezionato ad una squadra che, come i figli, anche se te ne fanno passare di tutti i colori, sono “pezzi i core”.
Anche oggi ho deciso di farmi del male, seguirò questa partita: Catania – Avellino.
Qualunque persona razionale avrebbe dato per scontata la sconfitta, anche solo guardando la classifica questa sembrava l’unica conclusione possibile. D’altronde io so, per personale esperienza, quale grande errore sia, fermarsi alle “evidenze”. Eppure , ahimè, sono stato vittima dello stesso pregiudizio.
Oggi, domenica 21 marzo, sarà l’ennesima giornata persa, ma voglio essere comunque presente. Ho anche sperato che rimandassero l’incontro per impraticabilità del campo, invece l’arbitro fischia l’inizio della partita. La speranza fa breccia nel mio cuore, come il raggio di sole che appare fra le nuvole, la partenza non mi sembra catastrofica!
Continuo ad osservare i rossazzurri con apprensione, temendo l’imminente crollo, ed invece continuano a giocare seguendo schemi e ritmi, che risalgono a mesi addietro. Il gol è nell’aria, l’assedio della porta avversaria è come un presagio. Sono contento di non aver desistito, di aver scelto di esserci, di essere seduto comodamente su questo divano.
Un gol, il pareggio, altri due gol, questo il risultato finale, ma solo chi ha seguito la partita ha potuto vedere la passione nei volti e nelle gambe degli undici giocatori in maglia rossazzurra. Passione che sembrava ormai spenta, così come la forza nelle loro gambe.
Invece,è bastata la voce rassicurante di un uomo per riaccendere nei loro cuori la voglia di lottare per dimostrare di saper vincere. Ancora è presto per giudicare l’allenatore, ma l’uomo già mi piace!