Nella recente sentenza della Corte costituzionale tedesca c’è un’espressione chiave: extra vires. Significa “è oltre i suoi poteri”, e si riferisce ad un’altra sentenza, quella del 2018, con cui la Corte di giustizia europea aveva difeso il Quantitative Easing approntato della Bce dopo il 2015. Quell’espressione è cruciale perché rivela un’opzione giuridica profonda e antica che viene ben prima, e pesa ben di più, di qualunque strategia di politica economica il governo presieduto da Angela Merkel voglia adottare. È una strettoia culturale che è sempre stata lì, e dalla quale prima o poi avremmo dovuto passare, ma la Corte tedesca ha deciso che fosse questo il momento di dichiarare che certe scelte spettano soltanto a lei, e che sono quindi “oltre i poteri” di chiunque altro, Corte di giustizia compresa.
Il punto è che un pensiero radicato della cultura giuridica tedesca, interpretando forse quel che ritiene essere nello spirito del proprio popolo, nega che l’Unione europea costituisca un ordinamento giuridico a sé. Nega che esso possa essere indipendente e sovraordinato a quello dei singoli Stati. Per questa via l’Unione esisterebbe solo come prodotto intergovernativo, e come tale resisterebbe solo fino a che i singoli Stati continuino a volerlo: non vivrebbe di volontà propria. Lo Stato nazionale rimarrebbe così l’unica entità sovrana concepibile, nel senso etimologico di superiorem non recognoscens, che non riconosce nessuno che gli sia superiore.
Se così stanno le cose, ed ecco la sfida lanciata dalla Corte tedesca alla Bce, tutti i vertici del giudizio di costituzionalità, ossia tutte le Corti costituzionali di tutti i Paesi dell’Unione, possono in qualunque momento paralizzare qualunque decisione. La posta che questa sentenza ha messo in gioco è quindi niente meno che l’esistenza stessa dell’Unione Europea. Il campo di gioco è quello economico quasi incidentalmente, soltanto perché lì si concentrano oggi i maggiori interessi e perché risulta un perfetto casus belli, ma la posta è alta, culturale e politica.
È, tecnicamente, un caso di conflitto tra giurisdizioni senza regole o precedenti indiscussi che indichino chi e come debba dirimerlo. Nella sua versione più cruda è, quindi, un braccio di ferro per la supremazia. La Corte costituzionale tedesca ha impartito un ordine alla Bce. Dipenderà dalla Bce decidere se e in che misura rispondere, se e in che misura mediare e, dunque, abbozzare i primi contorni di uno scontro che inevitabilmente definirà le future forme del potere all’interno dell’Unione.